Il Governo sta ponderando l’idea di rendere il vaccino obbligatorio per i lavoratori. Vediamo quando il provvedimento potrebbe diventare effettivo
L’attesa per il prossimo decreto Covid è alle stelle. Il 23 dicembre il Governo lo renderà ufficiale, mostrando così chiaramente al popolo del Bel Paese i provvedimenti per il mese le festività natalizie e per l’inizio del nuovo anno.
L’obiettivo è quello di scongiurare l’avanzare della variante Omicron. Secondo quanto trapela da palazzo Chigi non ci sarebbe una piena unità di intenti tra i vari partiti della maggioranza.
Vediamo quali sono i punti cruciali oggetto di discussione e quali le possibili decisioni che potrebbero provocare dei cambiamenti piuttosto significativi.
Con tutta probabilità si passerà all’imposizione della mascherina all’aria aperta anche in zona bianca e la validità del Green Pass potrebbe essere ridotta drasticamente a sei o a cinque mesi.
Meno probabile il ripristino del coprifuoco. Nella peggiore delle ipotesi potrebbe riguardare al massimo i non vaccinati. Stesso discorso per quanto concerne l’esibizione del tampone negativo per accedere agli eventi per coloro che hanno ricevuto almeno due dosi.
Il punto cruciale però un altro, ovvero la possibile introduzione dell’obbligo vaccinale per i lavoratori. Ed è qui che si registra la maggiore spaccatura all’interno dell’Esecutivo. In tanti sono pronti a chiedere a Draghi questa decisioni, altri invece vogliono scongiurarlo ad ogni costo.
Nel caso si dovesse optare per il sì, già tra fine dicembre e inizio gennaio potrebbe diventare realtà. Nella fattispecie, riguarderebbe i dipendenti dei locali pubblici dove si fa ristorazione e chi lavora a contatto con il pubblico, oltre che il front office della pubblica amministrazione.
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Non resta che attendere. Fatto sta che se dovessero essere approvati sia la riduzione del Green Pass che l’obbligo di vaccino per i lavoratori, milioni di italiani si ritroverebbero in un colpo senza l’adeguata copertura.
Un vero e proprio dramma per chi in questi mesi pensava di aver ottenuto nuovamente la libertà di praticare le principali attività sociali, che per diverso tempo erano rimaste precluse.