Dazn annuncia una possibile stretta sul servizio di condivisione. Per le pratiche scorrette di qualcuno, potrebbero pagare anche gli utenti virtuosi.
Sarà sempre un argomento di attualità quello dei diritti tv legati alle partite di calcio. Un business faraonico, probabilmente quello che davvero tira l’intero carro del pallone. Di sicuro uno dei più redditizi, tanto che la trasmissione televisiva degli eventi ha man mano condensato l’intera settimana, a fronte delle vecchie domeniche e del proverbiale mercoledì di coppa. Ma visto che il calcio è inevitabilmente cambiato e non certo da un giorno, chi si fa carico di offrire il servizio tv è destinato a raccogliere onori e oneri. Nel primo caso i proventi degli abbonamenti, a fronte di un servizio di copertura con promessa di qualità e regolarità. Nel secondo, le eventuali lamentale di chi, di contro, quella promessa non la vede mantenuta.
Dazn è stata la prima piattaforma streaming a guadagnarsi la fetta più grossa della grande torta dei diritti tv del calcio. E l’unica a interrompere un’egemonia di Sky durata una ventina d’anni. Del resto, il mix fra servizio online e possibilità di fruizione su più dispostivi in contemporanea era da subito apparso vincente. Con l’inevitabile contro che gestire una macchina così complessa e così richiesta è impresa che richiede spalle particolarmente larghi. Nei primi sei mesi di servizio pieno, la piattaforma britannica si è ritrovata a dover fronteggiare problematiche di connessione, di server, interruzioni e persino dirette differite. Con un gran lavoro per tecnici e programmatori vari per correre ai ripari e garantire un servizio pari all’investimento effettuato.
Negli ultimi tempi, il timore che una delle caratteristiche principali, quella della doppia visione, potesse venir meno a partire dal 2022 ha fatto sobbalzare gli utenti. Dazn sembra averci ripensato, mantenendo quanto fin qui garantito ma con l’introduzione di norme più stringenti. A spiegare la situazione è stata Veronica Diquattro, Chied revenue officer Europe della società, intervenuta a Milano Finanza. Sul tavolo ci sono ipotesi al vaglio per rinnovare le modalità di fruizione del servizio, a seguito dell’individuazione di pratiche scorrette per quanto riguarda la visione di contenuti in contemporanea su più dispositivi. Il problema, secondo la responsabile, sarebbe la messa in vendita di una delle due utenze. Il che va chiaramente contro le regole del servizio, che consentono un abbonamento personale e non cedibile.
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Dalla prossima stagione, quindi, potrebbero arrivare norme più stringenti per impedire tale pratica scorretta. La mossa potrebbe innanzitutto essere l’abbonamento senza condivisione, senza ulteriori segnalazioni riguardo altri cambiamenti. Sul fronte prezzi, ad esempio, la manager non ha fornito indicazioni. Né su eventuali variazioni né su possibili abbonamenti maggiorati per poter godere comunque del servizio di condivisione. Di certo, per il momento, c’è solo il giro di vite. E decisamente non è poco.