Dagli ottici ai camionisti, passando per giuntisti, cuochi ed esperti di sicurezza informatica. Le aziende cercano ma, spesso, non trovano lavoratori.
“Chi cerca trova”, dice il proverbio. Vale per tutto, anche per il lavoro. Almeno sulla carta, visto che la ricerca, fin troppo spesso, risulta poco fortunata. Il paradosso è che, in alcuni casi, persino le aziende cercano senza trovare. Una situazione quantomeno poco preventivabile considerando quanto bisogno ci sia sia di lavoratori ordinari che di professionisti. Anche per questo, negli ultimi tempi, alcune aziende hanno disposto delle particolari agevolazioni per i giovani in cerca di impiego, offrendo occasioni sia per impieghi ordinari che per particolari uffici richiedenti specifiche professionalità.
Un tentativo di implementare l’occupazione giovanile ma, allo stesso tempo, una necessità per colmare un gap di lavoratori che, in questa fase, stride con l’emergenza economica in atto. Ad esempio, alcune possibilità di impiego arrivano da aziende come Sailmoiraghi&Viganò, attraverso il programma Campus, attivato per reclutare 70 neodiplomati nelle scuole di ottica italiane. La prospettiva è decisamente interessante, considerando che l’offerta è di un contratto a tempo determinato, con premio di inserimento di 2.500 euro e conferma a tempo indeterminato per i migliori.
Lavoratori e aziende: le professioni cercate ma non trovate
Il trend attuale potrebbe far pensare che le professioni legate all’informatica figurino fra quelle più ricercate dalle aziende. E in effetti è proprio così. Anche se, in realtà, anche il mondo delle telecomunicazioni è sempre alla ricerca di nuovi lavoratori. Quello del giuntista, infatti, è uno dei mestieri più richiesti al momento, vista la necessità di collegare i cavi in fibra ottica o creare le bande per gli edifici. Si tratta di operai specializzati, fondamentali per la realizzazione di autostrade digitali. Ancora di più se si considera la Gigabit Society, ovvero il piano europeo che, entro il 2025, mira a una copertura di rete per tutti i servizi amministrative, scuole e trasporti. Al momento, da questo punto di vista, vi sarebbe un gap di circa 15-16 mila unità. Un buco da colmare per rispettare il calendario europeo e restare al passo con gli aggiornamenti tecnologici.
Esperti di sicurezza informatica
E, a proposito di questo, anche la figura dell’analista dei sistemi informatici va piuttosto per la maggiore. L’implementazione delle pratiche di pagamento online ha infatti aumentato in modo esponenziale i rischi per il denaro che passa dalla rete. Rendendo quella del cyber risk analyst una professionalità indispensabile in ogni azienda che si serve di tali canali. Stesso discorso per il security consulting engineering e il chief information security officer. Chiunque abbia dimestichezza provata con software e cyber security è il benvenuto. Specie in società come Accenture, con 300 posizioni aperte in tal senso, ma anche Deloitte e persino Microsoft.
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Camionisti, cuochi e camerieri
Sul mercato del lavoro, però, non mancano le richieste per figure più tradizionali. Si va dai camionisti, essenziali in un mondo moderno dominato dall’invio e dalla ricezione pressoché immediata dei prodotti, specie se acquistati online, a cuochi e camerieri. Questi ultimi, essenziali per rinvigorire un settore colpito duramente dalla pandemia e alla disperata ricerca di personale. Anche per soddisfare, da qui ai prossimi anni, la voglia di vita così rudemente messa alla prova dall’emergenza sanitaria. Nel primo caso, secondo Conftrasporti, il gap è di almeno 20 mila unità, peraltro in crescita visto che l’età media di questi lavoratori si attesta sui 54 anni. Alcune aziende, peraltro, sarebbero disposte persino a farsi carico delle spese necessarie per la patente e la formazione pur di trovare personale. Soprattutto per chi ama guidare vale la pena farci un pensiero.