Le malattie dell’apparato urinario concedono percentuali di invalidità in base alla gravità. L’Inps le riconosce previa visita medica da parte della Commissione.
Non c’è solo la Legge 104 a regolare le indennità per chi soffre condizioni di invalidità. Alcune forme di assistenza, infatti, portano a dei vantaggi anche per persone che patiscono una malattia diversa da quelle generalmente considerate come invalidanti. O quantomeno individuate come tali dal pensare comune. Indennità specifiche, infatti, possono essere pensate per chi soffre malattie come l’Alzheimer ma anche patologie croniche. Le quali, negli ultimi tempi, sono state individuate come in sensibile aumento. Per questo sono state previste delle particolari forme di sostegno, che possono dare diritto a percentuali di invalidità e, quindi, di sostegno.
Fra queste rientrano le malattie dell’apparato urinario, manifestabili anche in giovane età, riconosciute dall’Inps come meritevoli di un sostegno specifico, in quanto invalidanti in base a determinati gradi di gravità. Malattie che figurano di per sé fra quelle che danno diritto all’invalidità ma che, allo stesso modo, dovranno essere riconosciute ufficialmente dall’esame di una Commissione medica dell’Inps. E’ lo stesso ente a indicare, nelle linee guida, quali fra queste figurano fra le invalidanti.
Malattie dell’apparato urinario: quali danno diritto all’indennità Inps
L’Inps, assieme all’elenco delle malattie, fornisce anche i criteri di valutazione dei deficit funzionali. Ad esempio, la menomazione viene analizzata in base alla clearance della creatinina, calcolata in base a formule differenti a seconda si tratti di un uomo o di una donna. La prassi porta la valutazione a tenere conto dello stato evolutivo delle malattie in questione, in quanto queste, nella fase iniziale, possono indicare valori di azotemia e creatinina nella norma. Si tratta di patologie piuttosto diffuse e, alla lunga, invalidanti. Almeno nella maggior parte dei casi. Fra le più gravi, figura il trapianto renale con complicanze, con percentuali di invalidità che vanno dal 51% al 100%.
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Ma non solo. Rientrano nel gruppo anche le insufficienze renali in emodialisi trisettimanale, con complicazioni ulteriori come cardiopatie o neuropatie. In questo caso, si parla di percentuali di invalidità pari al 100%. Oppure insufficienze renali in dialisi peritoneale, con tolleranza terapeutica scarsa. L’estrofia della vescica, invece, tiene conto della possibilità o meno di una correzione chirurgica. Nel secondo caso, la percentuale di invalidità sarà fra il 71% e l’80%. Come detto, affinché si proceda al riconoscimento dell’invalidità, occorrerà passare dall’esame di una commissione medica apposita. La domanda all’Inps dovrà essere inviata entro 90 giorni dal rilascio del certificato attestante la malattia da parte del proprio medico. Sarà poi l’Inps a comunicare il giorno della visita definitiva.