Lavorare in Australia non è impossibile, a patto di conoscere alcune fondamentali regole in tema di immigrazione e lavoro.
Da sempre l’Australia è nei sogni di coloro che vorrebbero trasferirsi altrove, per cambiare vita e magari togliersi quelle soddisfazioni che nella terra di origine sono difficili da raggiungere. Ciò vale anche per tantissimi italiani, pronti a fare le valige e partire. Non deve sorprendere che l’Australia sia stabilmente ai primi posti tra i paesi con maggiore emigrazione italiana nel pianeta, e questo trend non pare voler mutare nel futuro.
Se il desiderio è quello di partire per una terra lontana e vivere in un contesto caratterizzato da dinamismo, multiculturalità e meritocrazia, la scelta di lavorare in Australia potrebbe rivelarsi azzeccata.
Prima di prenotare il volo in aereo è però necessario essere ben preparati su una serie di aspetti fondamentali e relativi alla vita in Australia, al funzionamento del suo mercato del lavoro e ai documenti e alla burocrazia di quei luoghi agli antipodi rispetto all’Italia. Inoltre, quali sono le professioni più richieste e quali gli stipendi per chi lavora nella terra dei canguri? Scopriamolo di seguito in questa sintetica guida pratica.
Lavorare in Australia: qualità della vita, lavoro, servizi
Vero è che il sogno australiano ha, da un po’ di tempo, sostituito almeno in parte quello americano, tuttavia la scelta di andare a vivere e lavorare in Australia presenta degli elementi di complessità, legati fondamentalmente alle pratiche per i visti e alla burocrazia. Approfondiremo questi aspetti più avanti.
Ma il paese ripaga tutti coloro che riescono ad inserirsi stabilmente nella società locale. Qualità della vita, efficienza dei servizi pubblici, stabilità a livello politico, stipendi elevati, sanità che funziona, sistema fiscale equo e aria sana. Alla luce di quanto appena ricordato, di certo non sorprende che nella “terra dei canguri” abbiamo anche moltissime opportunità occupazionali. E’ proprio così: il lavoro qui non manca sia per i giovani, che per coloro i quali sono ormai over 30 o over 40. D’altronde il tasso di disoccupazione non può che essere molto basso, attestandosi su pochi punti percentuale.
Lo abbiamo accennato all’inizio: in Australia la meritocrazia conta davvero. Tutti coloro che intendono vivere e lavorare da quelle parti debbono ricordare che là vige la regola per cui chi merita, va avanti. Anzi non è affatto raro trovare persone giovanissime con già una qualifica dirigenziale, perché sono state in grado di dimostrare da subito le loro capacità e competenze.
Inoltre, le maggiori città australiane – come ad es. Melbourne e Perth – sono costantemente ai primi posti della classifica mondiale dei luoghi maggiormente vivibili e a misura d’uomo.
Nel paese dei canguri, l’assistenza sanitaria è pubblica e gratis. Prende il nome di Medicare e include una tassa che si applica sui redditi di residenti e cittadini. Tuttavia, chi ha un reddito al di sotto di una certa soglia, è esonerato dal pagamento della tassa allo Stato. Attenzione però: il Medicare non copre le spese odontoiatriche e il trasporto con ambulanza. Ecco perché la prassi per i cittadini del paese, è quella di sottoscrivere delle assicurazioni private ad ulteriore copertura.
Sul piano della natura del luogo, i paesaggi sono in grado di fare la differenza: le terre sconfinate e semi inesplorate, la bellezza dell’oceano e dei panorami mozzafiato, sono elementi che rendono molto affascinante l’esperienza in questo paese – anche come semplici turisti. Insomma tra deserti, montagne, spiagge e baie immense, tutto sarà degno di essere visitato in questa parte di mondo.
Non manca davvero nulla all’Australia, per essere definita un luogo (quasi) ideale in cui lavorare e dunque stabilirsi a tempo indeterminato.
Australia: distanza, lingua, costo della vita
D’altronde, è pur vero che al mondo non esiste un paese perfetto in cui vivere, per cui anche l’Australia ha qualche aspetto negativo o ‘nota stonata’.
Perciò, prima di partire per un viaggio così lontano e cominciare una nuova vita dall’altra parte del globo, è sempre opportuno valutare con cura vantaggi e svantaggi di una scelta così drastica.
In effetti bisogna ricordare il fattore lontananza: il paese sta a migliaia e migliaia di km di distanza e a ore ed ore di volo. Chi non ama viaggiare in aereo, non gradirà sapere che i viaggi durano da Roma a Sydney più di 20 ore e da Milano a Sydney più di 21 ore. Entrambi con uno scalo.
Vi è da dire che il problema della lontananza potrebbe essere facilmente superabile, ma lo è meno quello dei costi del viaggio, sicuramente non alla portata di tutti. Un viaggio in aereo in Australia supera ampiamente i mille euro per la sola andata e ciò potrebbe costringere molte persone a fare pochissimi viaggi di ritorno a casa, al fine di contenere le spese.
Poi c’è l’elemento della lingua. In Australia si parla comunemente inglese e, anche se da tanti anni in Italia si insegna questa lingua fin dalle elementari, vero è che non tutti ne hanno una buona conoscenza nelle 4 aree di riferimento (ascolto, lettura, scrittura, dialogo). Ecco perché la lingua potrebbe rappresentare un ostacolo all’inserimento duraturo in questo lontano paese.
Meglio sarebbe partire avendo già le basi ed avendo frequentato alcuni corsi di lingua in Italia, per non giungere là e trovarsi subito a che fare con evidenti problemi di comunicazione. Eventualmente in Australia sarà possibile perfezionare l’uso dell’inglese, parlandolo tutti i giorni e frequentando ulteriori corsi. In termini pratici, andare in Australia senza alcuna esperienza lavorativa e soprattutto senza conoscenze linguistiche, altro non è che l’anticamera del proprio insuccesso.
Da notare che trasferirsi e vivere stabilmente in Australia senza lavorare non solo non è praticabile per via delle norme locali che raccomandano di cercare e trovare un’occupazione, ma anche e soprattutto per il costo della vita. Quest’ultimo è infatti maggiore che da noi, tuttavia è anche adeguato a ciò che si guadagna. Chiaro che per ‘arrivare alla fine del mese’ ed essere in regola con tutte le spese, trovare un lavoro (stabile) è un obbligo.
Abbiamo accennato all’argomento permessi e visti. Ebbene, ottenere un visto di lavoro non è semplice in questo paese. L’Australia è infatti molto conosciuta anche per le sue rigide politiche di ingresso ed è auspicabile avere un contratto di lavoro con un’azienda che faccia da sponsor. Vedremo ora nel dettaglio proprio questi aspetti.
Lavorare in Australia: documenti necessari per legge
Se la scelta è quella di andare a vivere e lavorare in Australia, ogni expat italiano deve ricordare di portare con sé un documento di riconoscimento (carta di identità e passaporto).
Sul piano dei visti, nel paese dei canguri esistono varie tipologie di visto:
- turistico (dura 3 mesi);
- per motivi di studio;
- cd. Working Holiday Visa;
- per lavoro (Sponsorship Visa).
In particolare, il visto studentesco è concesso a tutti coloro che hanno più di 30 anni – ciò perché in alternativa è possibile domandare il Working Holiday Visa, ne parleremo tra poco. Chi sceglie questa strada ha dunque l’opportunità di frequentare dei corsi di formazione della durata di un biennio e dovrà studiare e lavorare in Australia per tutta la durata del visto studenti.
Anche il distinto Sponsorship Visa assume rilievo: esso si suddivide in più visti specifici per ogni tipologia di lavoro. Come suggerisce il nome, si tratta di un visto che si può conseguire in caso di individuazione di un’azienda intenzionata alla sponsorizzazione e dunque all’assunzione.
Il visto australiano può essere richiesto sul web, per abbattere i tempi della burocrazia. Occorre compiere l’accesso al sito internet del Governo australiano, in cui l’interessato potrà immettere i propri requisiti e capire qual è il tipo di visto adatto alla propria specifica situazione.
In ogni caso, lo rimarchiamo: vero è che in questo paese ottenere un visto di lavoro non è semplice, almeno in linea generale. Il paese è infatti conosciuto per le sue politiche di ingresso e per le sue leggi rigorose in tema di immigrazione – finalizzate a tutelare società ed economia locali.
Dunque per l’expat italiano è assai consigliabile ottenere – come sopra accennato – un contratto di lavoro con un’azienda, che faccia da sponsor per l’italiano intenzionato a prendere l’aereo alla volta dell’Australia. Chiaramente sarà più facile stabilire un contatto con un’azienda italiana avente uffici in Australia. E d’altronde come è tipico della tradizione anglosassone, l’Australia è un paese meritocratico, perciò premia solo coloro che davvero manifestano requisiti e competenze tali da giustificare la lunga permanenza nel paese.
In altre parole, ciò significa che andare là senza un’idea dettagliata di cosa fare, di come trovare lavoro, senza esperienza professionale e senza avere una buona conoscenza della lingua inglese, può solo aprire le porte del fallimento e del rapido ritorno in Europa.
Ecco perché, prima di partire per andare a vivere e lavorare in Australia, occorre informarsi nel dettaglio su tutto ciò che attiene a documenti, requisiti, permessi e visti.
Non solo. Chiunque intenda partire, deve ricordarsi di ottenere quanto prima a Sim Card australiana, di aprire un contro corrente australiano e di richiedere il codice fiscale locale (Tax File Number), obbligatorio per pagare le tasse e ottenere eventuali rimborsi dal fisco. Da non dimenticare neanche l’iscrizione al Medicare o ad una assicurazione sanitaria privata che copra anche le evenienze lavorative.
Lavorare in Australia: il Working Holiday Visa
Senza ombra di dubbio, il visto per motivi di lavoro più conosciuto è il cd. Working Holiday Visa, sfruttato in particolare dai più giovani. Detto documento consente di vivere per dodici mesi in Australia, di studiare per un numero preciso di settimane e, ciò che più conta, permette di lavorare.
Il Working Holiday Visa è il risultato di un progetto a cui hanno partecipato in molti: oltre al Governo australiano hanno trovato spazio anche vari altri paesi del mondo tra cui l’Italia. Il visto Working Holiday Visa può essere domandato al Dipartimento dell’immigrazione. In alternativa si può contattare l’Ambasciata australiana a Roma.
Come accennato, il documento può essere conseguito dai giovani, per lavoro e studio, di età compresa tra un minimo di 18 e un massimo di 30 anni. Il Working Holiday Visa permette di lavorare full time, ma non più di sei mesi per lo stesso datore di lavoro.
Le regole particolari su questo visto prevedono che, dopo i primi 12 mesi, il documento può essere rinnovato di altri 12, nel caso in cui l’immigrato accetti di lavorare in un’azienda agricola (le cosiddette “farm”). In esse il lavoro non manca, neanche per chi non è australiano, siccome l’agricoltura è uno dei settori trainanti dell’economia locale. Tuttavia, serve l’ok alla collaborazione in ambito agricolo, che deve essere di durata non inferiore ai 3 mesi.
Riassumendo, avendo questo visto, l’expat italiano che vuole lavorare in Australia, potrà farlo per un biennio, vale a dire un tempo sufficiente a trovare una sistemazione, migliorare la lingua inglese e individuare un lavoro che consenta di restare là a lungo. Ma il periodo può anche servire a valutare di cercare lavoro altrove e a considerare con calma l’opportunità di un eventuale ritorno in Italia. Come sopra accennato, detto visto può essere richiesto via web.
Lavorare in Australia: sponsorizzazione dell’azienda
Lo abbiamo nominato poco sopra e si tratta di un diverso visto, anch’esso di importanza strategica per restare per molto tempo in Australia. Stiamo parlando del cd. Sponsorship Visa – che a sua volta si distingue in più visti specifici per ogni tipologia di lavoro.
Il documento può essere ottenuto nello specifico caso in cui l’interessato a trasferirsi in Australia, abbia trovato un’azienda che vuole fare da sponsor, in quanto nell’expat italiano vede una risorsa molto utile se non indispensabile all’azienda situata nella terra dei canguri.
Per conseguire detto visto occorre però che il datore di lavoro dimostri di aver sottoscritto un regolare contratto di lavoro, con colui che intende stabilirsi in Australia. L’azienda deve insomma aver bisogno della presenza del lavoratore da quelle parti, per servirsi delle sue competenze e della sua esperienza. Ecco perché, ottenere lo Sponsorship Visa è piuttosto semplice, ricorrendone i presupposti.
Non bisogna tralasciare il fatto che internet e la possibilità di svolgere colloqui e selezioni via web nei tempi odierni aiutano grandemente, ma è pur vero che essere scelti da un’azienda australiana, ancor prima di partire, non è affatto facile. Occorre davvero saper ‘fare colpo’ e il possesso di un CV con laurea e molte esperienze lavorative, sicuramente aumenta le possibilità di ottenere lo Sponsorship Visa.
Come visto il percorso non è comunque semplice, almeno in linea generale. Va però rimarcato che esistono delle alternative che possono dare comunque la possibilità di vivere e lavorare in Australia.
Ci riferiamo al cd. Skilled Worked Visa. In questo lontano paese dell’Oceania, c’è una lista di cosiddette “professioni autorizzate”. Se l’interessato ne fa parte, può pensare di trasferirsi in modo stabile, anche in assenza di sponsorizzazione. Per farlo, occorrerà però fare domanda ad hoc per lo Skilled Worked Visa. Tra le professioni idonee abbiamo, ad esempio, quelle di ingegnere, igienista dentale, chimico, medico, insegnante, operaio molto specializzato, veterinario. Il costo di questo visto non è però bassissimo, essendo a pari ad alcune migliaia di euro. Ma si tratta di un documento che deriva dalla precisa volontà delle autorità locali, di dotarsi di figure con preparazione tecnica, in alcuni settori in cui la società australiana non abbonda di cittadini debitamente formati. Ecco perché il possesso di una laurea come quelle del settore ingegneristico, aiuta molto chi intende lavorare in Australia.
Tuttavia non basta avere adeguata formazione ed esperienza lavorativa pluriennale nel campo. Per non aver intoppi al fine dell’ottenimento di questo visto, è altresì fondamentale possedere un’ottima conoscenza della lingua inglese (IELTS test). Ed anche per questo visto, può essere fatta domanda prima di prendere l’aereo, sul sito web apposito.
Non è finita qui. L’Australia, pur essendo un paese rigido sul piano delle regole di immigrazione, consente di vivere e lavorare da queste parti, anche attraverso il percorso del turismo o lavoro alla pari. Infatti, chi intende trasferirsi là può valutare di lavorare almeno all’inizio in qualche albergo del posto. O anche impiegarsi come “au pair” in qualche famiglia australiana.
Ma lo ribadiamo: è molto importante individuare al più presto un datore di lavoro favorevole all’assunzione duratura nel tempo, per rendere più solide le possibilità di permanenza in terra australiana.
Lavorare in Australia: lavori più richiesti e stipendi
Trovare un lavoro stabile in Australia non è così complesso come invece lo è conseguire un visto lavorativo. Infatti, a differenza dell’Italia, la crisi economica globale ha colpito in modo lieve questo paese e, dunque, l’economia australiana è assai più dinamica e in salute. Lo stesso vale per il mondo del lavoro, in costante sviluppo.
Occorre ricordarsi di redigere un CV aggiornato, ovviamente in inglese, in cui non manchi nulla sul piano degli studi compiuti e delle esperienze professionali. Per fare bella figura innanzi ai selezionatori, ovviamente sarà auspicabile non vi siano errori ortografici.
Se l’interessato a lavorare in Australia intende fare una ricerca del lavoro non specializzata, farà bene a rivolgersi ai seguenti settori:
- Turismo e ristorazione: sempre molto ricercati camerieri, baristi, lavapiatti o receptionist. La conoscenza dell’inglese – e eventualmente di altre lingue – è un requisito essenziale;
- Edilizia: gli operai del settore sono sempre graditi all’aziende, le quali necessitano costantemente di nuova manodopera;
- Agricoltura: molto in voga il lavoro nelle farm australiane, che aprono le porte ad una permanenza duratura nel paese.
Se la ricerca del lavoro è orientata alle attività specialistiche, in Australia sono molto richieste le seguenti figure:
- Ingegneri di tutti i settori;
- Lavoratori del campo sanitario (medici, infermieri ecc.);
- Addetti HR;
- Designer;
- Assistenti alle vendite;
- Professioni del campo dei servizi sociali;
- Ragionieri;
- Avvocati;
- Specialisti di sport, fitness e cura del corpo.
Sul piano degli stipendi, in Australia abbiamo valori medi più alti che in Italia. Di seguito le indiczioni – in euro – in riferimento ad alcune delle professioni più ricercate:
- Ingegneri: 50.000 – 80.000 euro;
- Web Developer: 30-70.000 euro;
- Cuochi: 35.000 – 45.000 euro;
- Camerieri: 25.000 – 30.000 euro;
- Medici generici: 30.000 – 40.000 euro;
- Medici specialisti: 30.000 – 65.000 euro;
- Manager di ristorante: 25.000 – 45.000 euro;
- IT Manager: 70.000 – 80.000 euro;
- Insegnanti: 40.000 – 50.000 euro;
- Muratori: 30.000 – 40.000 euro;
- Meccanici: 30.000 – 40.000 euro;
- Architetti: 80.000 – 90.000 euro;
- Contabili: 23.000 – 35.000 euro;
- Lavoratori delle farm: 24.000 – 27.000 euro.
Infine, per quanto riguarda la scelta della località in cui andare a lavorare in Australia, città come Sydney o Melbourne, o la capitale, Canberra, sono quelle classiche degli italiani e degli expat di tutta il mondo. Ecco perché da quelle parti vi sarà sicuramente molta concorrenza in varie professioni. Scegliere di lavorare a Brisbane od a Perth potrebbe, invece, dare più possibilità lavorative rispetto alle città più grandi.
Mentre chi intende lavorare nella natura o con gli animali, troverà facilmente un impiego nelle tante farm sparse in questa sconfinata terra. Vero è che la scelta della località in cui si andrà a vivere, sarà legata al lavoro ricercato in terra australiana.