Le aziende cercano ma non si trovano i lavoratori: mai così tanti posti di lavoro vacanti dal 2011. Il dato reso noto dall’Eurostat parla chiaro.
In base a quanto recita l’articolo 1 della Costituzione del nostro Paese: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro“. Grazie a quest’ultimo, infatti, riusciamo ad attingere a quella fonte di reddito necessario per poter acquistare i vari beni e servizi di nostro interesse. Non sempre, però, le cose vanno come sperato e spesso riuscire a trovare un impiego può risultare particolarmente difficile.
Ad aggravare la situazione, poi, la crisi provocata dal Covid ha costretto molti imprenditori ad abbassare le serrande delle proprie attività, complicando ulteriormente la situazione. Proprio in tale ambito, pertanto, non possono passare inosservati gli ultimi dati Eurostat che evidenziano come vi siano in realtà tante aziende, in tutto il Vecchio Continente, alla ricerca di personale, ma che non riescono a coprire i posti vacanti. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Il mondo del lavoro è in continuo cambiamento, tanto da stimare che saranno molte le professioni e mestieri destinati a scomparire nell’arco di soli dieci anni. Uno scenario che costringerà, pertanto, in molti a doversi reinventare e trovare un nuovo posto di lavoro.
Proprio in tale ambito non possono passare inosservati gli ultimi dati Eurostat che evidenziano come non siano mai stati registrati così tanti posti vacanti dal 2011. Con numero di posti vacanti, ricordiamo, si fa riferimento alle ricerche di personale che, alla data di riferimento, sono iniziate e non ancora concluse.
Si tratta, pertanto, dei posti di lavoro per cui il datore di lavoro è alla ricerca di lavoratori. Vista la situazione attuale e i dati resi noti da Eurostat, quindi, è facile intuire perché tale dato desta particolare interesse.
Una volta visto cosa sono i posti vacanti e l’andamento che si registra nell’Unione Europea, è bene entrare nei dettagli, in modo tale da ottenere maggiori informazioni in merito. In particolare, come riporta Il Corriere della Sera, nel terzo trimestre del 2021 l’Eurostat ha registrato una percentuale pari al 2,4% di domande di lavoro inevase. Una percentuale che si attesta al 2,6% nei Paesi della sola area Euro.
Ebbene, si tratta, come già detto, del dato più alto registrato nel corso degli ultimi dieci anni. In tale ambito ricordiamo che nel 2011 tale indicatore era pari a circa l’1,5%. A preoccupare ulteriormente, poi, il fatto che tale situazione non riguardi solo singoli Paesi, bensì tutti quelli dell’Unione Europea, fermo restando, ovviamente, percentuali che risultano differenti da un posto all’altro.
Per quanto riguarda l’Italia, ad esempio, tale valore attualmente è pari all’1,8%. Volgendo un occhio agli Paesi, poi, è possibile notare che il luogo dove si registra la più alta richiesta di manodopera è la Repubblica Ceca, dove l’indice supera il 5%. A seguire, per numero di posti vacanti, troviamo il Belgio e Olanda dove si registra più del 4%. In Germania è pari al 2,8%, mentre la Francia si attesta a quota 1,9%.
Il numero di posti di lavoro che le aziende non riescono a coprire per via della mancanza di candidati, quindi, è in aumento. Dando un’occhiata ai dati Eurostat, però, non è possibile evincere quali siano le figure professionali per le quali risulti difficile trovare dei lavoratori in tutta Europa.
In tale ambito, soffermandoci sull’Italia, viene in nostro aiuto quanto evidenziato da Unioncamere e Anpal in un rapporto Excelsior di ottobre. In base quest’ultimo le imprese cercavano 505 mila lavoratori, soprattutto nell’ambito Itc. Un dato che crea inevitabilmente scalpore, soprattutto considerando che sempre ad ottobre, nel nostro Paese, si contavano 2,4 milioni di disoccupati alla ricerca di un posto di lavoro.
Come già detto, in base ai dati Eurostat ci si ritrova a dover fare i conti con il più alto numero di posti vacanti in Europa dal 2011 ad oggi. Diversi i fattori all’origine di questa situazione, tra cui si annovera indubbiamente l‘invecchiamento della popolazione.
Ma non solo, ad avere un ruolo importante è la ripresa economica in atto in molti Paesi, dopo la forte crisi che si è registrata nel 2020 a causa dell’impatto inaspettato e negativo del Covid sull’economia. Ne consegue, infatti, che molte aziende siano tornate a cercare personale, salvo non riuscire a trovare dei lavoratori.
Un fenomeno che sembra stia diventando strutturale e che necessita, pertanto, dell’attuazione di misure ad hoc. Mentre le imprese continuano a cercare lavoratori, sia con competenze elevate che basse, dall’altro canto si registra una crescente difficoltà nel riuscire a trovare dei dipendenti. Si viene così a creare un elevato disequilibrio tra domanda e offerta, che sembra destinato a non arrestarsi, se non verranno attuate delle misure idonee.