Il premier Draghi decide per l’estensione dello stato d’emergenza almeno fino al 31 marzo. Contagi e festività alla base della scelta.
Altri tre mesi di stato d’emergenza, perlomeno fino a marzo. Questa la decisione del presidente del Consiglio, Mario Draghi, che opta per il rinnovo delle misure prudenziali con un decreto ad hoc. Una scelta dettata dalla risalita dei contagi e soprattutto dei ricoveri registrati negli ultimi giorni. Numeri che hanno convinto Palazzo Chigi ad allungare il periodo di misure straordinarie almeno di un trimestre, anche nell’ottica delle festività natalizie. Ovvero, un’occasione di aggregazione familiare e, quindi, potenzialmente di contagio. Anche se al momento non è chiaro in che modo la decisione del premier influirà sullo svolgimento delle Feste.
Sta di fatto che la mossa di Draghi ha sorpreso un po’ tutti. Gli indizi, infatti, lasciavano pensare a una proroga a stretto giro, al massimo di uno o due mesi. Il premier, invece, sceglie un’estensione che, finora, non era stata pronosticata. Anzi, l’auspicio era che l’andamento dei contagi potesse restare stabile tanto da proseguire con la strada delle vaccinazioni e del Green Pass senza stringere ulteriormente la vite. A ogni modo, fra contagi e festività in arrivo, lo stato d’emergenza è destinato a restare ancora per un po’.
Stato d’emergenza prorogata, verso il Cdm: le ragioni
Da un lato la risalita dei contagi quindi, con la variante Omicron e tutto il resto. Dall’altro, gli assembramenti tipici del Natale. Due elementi complementari, abbastanza per convincere Draghi a rivedere le intenzioni di cambiare strategia e proseguire con lo stato di cose avute fin dall’inizio della pandemia. Una condizione necessaria anche al fine di mantenere le disposizioni relative ai colori delle Regioni, ovvero il sistema di monitoraggio dell’andamento del virus all’interno dei territori regionali, con l’adozione di eventuali misure restrittive ad hoc. Un tema sul quale sembra esserci la convergenza delle varie forze politiche, dal Partito democratico al Movimento 5 Stelle e Forza Italia. Più guardinga la posizione della Lega, anche se sostanzialmente concorde, con Matteo Salvini che parla di una “questione di dati”.
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Il prolungamento dello stato d’emergenza, di fatto, lascerà immutate le cose. Una mossa volta a evitare anche eventuali decisioni restrittive dell’ultimo minuto che, sotto le Feste, non avrebbero fatto altro che far lievitare il malcontento per una situazione ancora così complicata. Il percorso di normalizzazione, quindi, subisce non una battuta d’arresto ma un mantenimento dei ritmi. Una versione che non convince la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Dopo due anni lo stato d’emergenza, ma che emergenza è? Non è emergenza, dopo due anni devi riuscire a combattere la pandemia ripristinando la pienezza dei diritti… Se può funzionare i primi mesi perché non sai con cosa hai a che fare, dopo due anni lo sai con cosa hai a che fare”.