Busta paga, occhio all’imboscata: ecco cosa bisogna sapere

Saper leggere la busta paga è fondamentale per comprendere molte cose sul rapporto di lavoro in essere e su come tutelarsi anche in caso di controversia. Tutti gli obblighi e i doveri del datore di lavoro.

Busta paga Irpef
Foto © AdobeStock

Hai trovato lavoro e finalmente arriva la tanto agognata busta paga. Lo sappiamo, il primo sguardo va alla casella dell’importo netto. Ovvero di quanto sarà l’accredito in banca effettivo che ci spetta a seguito di un duro mese di lavoro. È importante però saper leggere questo importante documento in ogni sua parte. Così si possono comprendere quali sono i diritti e i doveri spettanti ad entrambe le parti, ovvero lavoratore e datore di lavoro.

La busta paga: un documento ufficiale

La busta paga è il documento che il lavoratore subordinato o dipendente riceve dal datore di lavoro. Indica il compenso ricevuto relativo al lavoro svolto nel mese precedente, i contributi INPS e le ritenute IRPEF. Si tratta di un documento emesso per Legge. Che specifica: “tutti i datori di lavoro hanno l’obbligo di consegnare, all’atto della corresponsione della retribuzione, ai lavoratori dipendenti, con esclusione dei dirigenti, un prospetto di paga in cui devono essere indicati il nome, cognome e qualifica professionale del lavoratore, il periodo cui la retribuzione si riferisce, gli assegni familiari e tutti gli altri elementi che, comunque, compongono detta retribuzione, nonché, distintamente, le singole trattenute”.

Per quanto riguarda la forma con cui viene elaborata la busta paga, la Legge non ne obbliga una specifica. Ogni azienda può realizzarla come meglio crede. Naturalmente fondamentale è che all’interno di questo documento siano presenti determinati dati, come qualsiasi elemento che vada a comporre la retribuzione, i dati identificativi/legali del datore di lavoro e del lavoratore e li dettagli delle trattenute operate.

Le sezioni della busta paga

Per comprendere al meglio come leggere nel dettaglio la busta paga, possiamo esaminare le 3 parti fondamentali che la costituiscono. La Testata, il Corpo e il Piede. Una volta che si individuano correttamente le sezioni, diventa più facile riconoscere i singoli campi e il loro significato.

La testata

Nella prima sezione, troviamo i dati relativi alle parti che hanno stipulato l’accordo, ovvero dell’azienda e del lavoratore. Nell’intestazione della busta paga figurano Nome e Codice Identificativo INPS e INAIL dell’azienda, l’indirizzo della sua sede legale nonché del distaccamento ove il lavoratore presta servizio. Sempre in questa sezione è visibile il mese oggetto della retribuzione, i dati del dipendente – come il codice fiscale, la data di nascita, l’indirizzo di residenza – e infine i parametri contrattuali, ovvero la data di assunzione, il tipo di CCNL, la qualifica e le mansioni attribuite, l’eventuale anzianità di servizio e la posizione lavorativa del dipendente; in caso di contratti part time anche la riduzione dell’orario di lavoro.

Insieme a tutte queste informazioni, sono riportate le linee retributive. Ovvero tutti quei parametri presi in considerazione che andranno a formare, sommandosi, il compenso. Sono la paga base, l’ex indennità di contingenza, l’elemento distinto della retribuzione (EDR), il superminimo collettivo o 3° elemento, gli scatti di anzianità, il superminimo, le indennità di funzione e gli elementi derivanti dalla contrattazione decentrata o di 2° livello. La voce dell’EDR è una cifra standard di 10,33€ che il lavoratore percepisce. Non è collegata né alla sua qualifica/mansioni né al tipo di contratto di lavoro. Per questo motivo talvolta la cifra viene addirittura inserita direttamente nella paga base. il Terzo elemento invece è un importo che varia a seconda della Regione in cui lavora il dipendente, ed è stabilito dalle contrattazioni sindacali a livello regionale e provinciale.

Il corpo della busta paga

Nella parte centrale del documento, si trovano altre preziose informazioni; in alto è facilmente riconoscibile la parte dedicata ai contatori. Questi mostrano il totale di ore di ferie e permessi residui dall’anno precedente, maturati e/o goduti l’anno in essere, che dipendono dal tipo di CCNL e dall’azienda presso cui è assunto il dipendente. Poco sotto, si trovano i contatori delle settimane/giorni/ore lavorate. Tutti questi dati vanno a creare il campo della retribuzione spettante, che viene quindi individuata in base alla quantità della prestazione resa, all’eventuale lavoro straordinario, festivo o notturno alle “assenze retribuite” come festività, ferie, permessi, congedi eccetera. Si trovano inoltre indicazioni sulla paga giornaliera spettante – che viene calcolata dividendo per 26 il totale – e sulla paga oraria, che viene calcolata dividendo per 173 la retribuzione mensile.

In questa parte della busta paga è anche segnalato il prossimo scatto di anzianità. Oltre a diverse voci che variano in base alla condizione del lavoratore e del CCNL di appartenenza. Gli esempi più frequenti sono gli importi per gli assegni al nucleo familiare, le indennità di trasferta, i premi di produzione, le festività, e altre voci. Ogni riga relativa ad ogni voce contiene i comparti di unità di misura/quantità, che moltiplicati per la paga base portano al totale da corrispondere al lavoratore. Il totale di tutte queste competenze comparirà sotto forma di “Totale Lordo” di quel mese, che si trova nella parte alta del Piede della busta paga.

Il piede della busta paga

Questa parte della busta paga è quella che sintetizza e regolarizza il rapporto economico spettante. In sintesi, serve a “certificare il reddito conseguito dal lavoratore in un determinato periodo, nonché le ritenute operate dal datore di lavoro, le quali concorrono alla formazione del cosiddetto netto in busta, ovvero l’importo che il datore di lavoro dovrà corrispondere effettivamente al lavoratore”.

Nella stessa riga del totale lordo sono presenti anche i valori di imponibile INPS, ottenuto sommando le voci paga del corpo della busta paga contraddistinte dall’asterisco. Vi è poi il TFR. Nel piede della busta paga si passa quindi al calcolo dei contributi INPS. Vengono mostrati le aliquote di riferimento (9,49% oppure 9,19%), l’imponibile INPS già calcolato e l’importo INPS pari al imponibile per l’aliquota. Possono essere presenti anche altre voci. La somma degli importi viene individuata nel “totale contributi”.

L’IRPEF

Poco sotto si trova l’importo dell’IRPEF lorda. A partire dall’imponibile fiscale, l’IRPEF è calcolato come differenza tra il totale lordo e i contributi. Ci sono inoltre delle detrazioni da lavoro dipendente, che sono da sottrarre all’IRPEF lorda per ottenere l’IRPEF netta. Nella busta paga si trovano le sezioni relative al mese corrente e anche al totale dell’anno corrente. Infatti solamente alla fine dell’anno è possibile calcolare l’esatta quantità di contributi da pagare. Per questo motivo la 13ma mensilità, (la cosiddetta gratifica natalizia) potrà subire variazioni a rialzo o ribasso in conseguenza a questo calcolo.

LEGGI ANCHE >>> Busta paga, la riforma dell’Irpef regala una sorpresa: a quanto ammonta

Paga netta

Nella parte finale della busta paga si trova la paga netta. Al totale delle competenze si sottrae il totale delle trattenute, ovvero la somma di INPS e IRPEF. Si ottiene, applicando talvolta anche degli arrotondamenti di lieve entità, il Netto da avere, cioè quello che viene erogato effettivamente al lavoratore.

Gestione cookie