Pessime notizie in arrivo per molte famiglie che rischiano a partire dal 15 dicembre di vedersi pignorare il proprio conto corrente. Ecco cosa c’è da aspettarsi.
Il mese di dicembre è arrivato, portando con sé un periodo all’insegna delle festività che tanto piace sia a grandi che piccini. Proprio con l’avvicinarsi di tali feste, pertanto, sono in molti pronti a mettere mano al portafoglio al fine di sborsare del denaro per acquistare i vari regali da donare alle persone più care. Non per tutti, però, sarà un momento all’insegna della serenità.
Anzi, proprio poco prima di Natale saranno molte, purtroppo, le famiglie che dovranno i conti con un vero e proprio incubo. In particolare si ritroveranno alle prese con le ripercussioni derivanti da alcuni debiti pregressi con il Fisco. Una situazione che coinvolge molti più contribuenti di quello che si possa pensare, con tanti che si vedranno pignorare il proprio conto corrente. Entriamo quindi nei dettagli per vedere chi sono i soggetti interessati e tutto quello che c’è da sapere in merito.
Conto corrente, rischio pignoramento dal 15 dicembre: cosa sta succedendo
La vita è ricca, purtroppo, di imprevisti, con molte famiglie che si ritrovano a dover fare i conti con delle gravi crisi finanziarie. A peggiorare tale situazione, poi, si è messo il Covid, che ormai da circa due anni incide in modo negativo sulle tasche di molte famiglie italiane.
Molti imprenditori hanno dovuto abbassare le saracinesche delle proprie attività, costringendo tante famiglie a dover fare i conti con delle minori entrate. Ma non solo, molti contribuenti temono di dover fare i conti con alcuni debiti pregressi con il Fisco.
Un timore, in effetti, più che fondato e che a breve potrebbe tramutarsi in un vero e proprio incubo. Questo in quanto molti rischiano, a partire dal prossimo 15 dicembre, di vedersi pignorare i soldi del proprio conto corrente. Ma per quale motivo e soprattutto quali sono i soggetti che rischiano?
Ebbene, bisogna sapere che a breve saranno molti i contribuenti che non potranno più rimandare il pagamento dei debiti pregressi con il Fisco, altrimenti si vedranno, appunto, pignorare il conto.
Una situazione, quest’ultima, che coinvolgerà coloro che non riusciranno a pagare le rate della Pace Fiscale entro il 9 dicembre 2021, che con i 5 giorni ammissibili di tolleranza si arriva fino al 14 dicembre 2021.
Le rate in questione, ricordiamo, dovevano essere pagate entro il 30 novembre. C’è stata, però, una piccola proroga che permette appunto di effettuare tali pagamenti entro il 9 dicembre, con tolleranza fino al giorno 14 del mese in corso.
Slitta al 9 dicembre 2021 il versamento delle rate da rottamazione ter e saldo e stralcio
Come già detto, quindi, sono in arrivo importanti novità per coloro alle prese con debiti pregressi con il Fisco. Grazie all’approvazione di un emendamento al decreto Fisco – Lavoro da parte delle Commissioni Finanze e Lavoro del Senato, si è ottenuto uno slittamento delle scadenze delle cartelle esattoriali.
Entrando nei dettagli, la mini proroga concerne i termini da rispettare per il versamento delle rate da rottamazione ter, che sono scadute il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre del 2020. Ma non solo, anche 28 febbraio, 31 maggio, così come 31 luglio e 30 novembre del 2021. Stesso discorso vale anche per le rate del saldo e stralcio che possono essere, a loro volta, pagate entro il 14 dicembre 2021.
Una data da segnare sul calendario, in quanto nel caso in cui non si rispettino tali termini, i soggetti interessati perderanno tutti i vantaggi legati alla rateizzazione del debito. Al momento, infatti, l’attività di riscossione è frenata nelle funzioni contro i contribuenti che hanno aderito alla Pace fiscale per via delle disposizioni in esse contenute.
Nel caso in cui venga meno tale principio, ecco che l’Esattore può procedere con l’espropriazione forzata. Proprio per questo motivo si rivela particolarmente importante riuscire a pagare entro i termini prestabiliti, onde evitare di dover fare i conti con delle spiacevoli sorprese.
Debiti pregressi con il Fisco: rischio espropriazione forzata
Come abbiamo potuto notare, quindi, si è assistito ad una mini proroga per quanto riguarda i termini di versamento delle rate da rottamazione ter, così come saldo e stralcio. Uno slittamento di soli pochi giorni che da molti non viene considerato risolutivo.
Questo in quanto la speranza era quella di ottenere una proroga maggiore, magari fino all’arrivo del nuovo anno, in modo tale da venire incontro alle esigenze di molte famiglie, già messe a dura prova dalla crisi economica causata dall’impatto negativo del Covid.
Se tutto questo non bastasse, bisogna ricordare che l’Agenzia delle Entrate può agire abbastanza velocemente, in quanto non necessita di autorizzazioni da parte del Giudice per procedere al pignoramento dei soldi sul conto corrente dei soggetti debitori.
L’ente di riscossione deve solamente provvedere a notificare l’atto al contribuente, con quest’ultimo che ha così 60 giorni di tempo per pagare quanto dovuto, al fine di evitare il pignoramento.
Quest’ultimo, sempre in base a quanto si evince dal sito dell’Agenzia delle Entrate “può essere effettuato anche sulle somme depositate sul conto corrente, a esclusione dell’ultimo stipendio o salario che resta sempre disponibile per qualsiasi necessità del debitore“.
Fisco, difendersi dal pignoramento del conto corrente è possibile
Allo stesso tempo ricordiamo che, in alcuni casi, è possibile difendersi dal pignoramento. In tale ambito, ad esempio, giunge in aiuto la sentenza n. 26519 del 2017 della Corte di Cassazione. In base a quest’ultima, ricordiamo, l’atto di pignoramento deve indicare in modo chiaro il credito per cui si procede.
In caso contrario, infatti, la procedura viene considerata illegittima. Entrando nei dettagli, pertanto, l’atto di pignoramento deve specificare a quale titolo siano dovute le somme bloccate. Se l’Agenzia di Riscossione provvedere a inviare degli atti generici, senza fornire delle indicazioni specifiche, ecco che il soggetto interessato può opporsi e ottenere l’annullamento del pignoramento.