Brutte notizie per i fruitori di permesso Legge 104 in quanto vi è un errore che potrebbe costare caro, tanto da rischiare il licenziamento. Ecco cosa c’è da sapere.
In base a quanto recita l’articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Le cose, però, non sempre vanno come desiderato, tanto che in alcuni casi riuscire a trovare un lavoro può risultare particolarmente complicato. Se tutto questo non bastasse, anche una volta ottenuto un impiego, può risultare allo stesso tempo molto difficile riuscire a conciliare i vari impegni famigliari con quelli lavorativi.
In effetti sono davvero tante le cose a cui dover pensare. Lo sanno bene coloro che si ritrovano nella situazione di dover prestare assistenza ad un proprio famigliare, in quanto non autosufficiente. Una situazione che porta inevitabilmente con sé delle difficoltà non indifferenti e per cui è possibile usufruire di misure ad hoc, quali i permessi Legge 104. Ebbene, proprio in tale ambito, però, si invita a prestare la massima attenzione, in quanto vi è un errore che potrebbe costare a molti caro, tanto da rischiare il licenziamento. Ecco cosa c’è da sapere.
Permessi legge 104, quando scatta il licenziamento per abuso: tutto quello che c’è da sapere
Il lavoro è un diritto, ma purtroppo non una certezza. Non sempre, infatti, le cose vanno come desiderato, tanto che in alcuni casi si finisce per svolgere un’attività che si rivela essere molto più pesante del previsto.
Se tutto questo non bastasse i continui cambiamenti e le varie crisi economiche, compresa quella provocata dal Covid, contribuiscono ad aumentare il senso di instabilità. Basti pensare che, in base ad alcune stime, sono vari i mestieri e le professioni destinati a scomparire nell’arco di soli dieci anni.
Se è pur vero che trovare un impiego può risultare il più delle volte complicato, dall’altro canto farsi licenziare sembra in realtà molto più semplice. Proprio per questo motivo è sempre bene prestare attenzione ai propri comportamenti, onde evitare spiacevoli sorprese.
Lo sanno bene coloro che usufruiscono di permessi Legge 104 che rischiano in determinati casi di essere licenziati. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Permessi legge 104, cosa possono fare Inps e datore di lavoro
Come risaputo possono usufruire dei permessi Legge 104 coloro che si ritrovano a dover prestare assistenza a un proprio famigliare, in quanto non autosufficiente. Un compito indubbiamente importante, ma allo stesso tempo impegnativo. Per questo motivo i soggetti interessati possono usufruire di tre giornate di permesso al mese retribuite, in modo tale da garantire assistenza al famigliare non autosufficiente.
Proprio in tale ambito, però, sorgono spesso dei dubbi, in merito a cosa si possa effettivamente fare e cosa no durante questi giorni di permesso. Come già detto, infatti, è possibile assentarsi dal posto di lavoro per usufruire dei giorni permesso ai sensi della legge 104, a patto che siano destinati all’assistenza di una persona non autosufficiente.
Per questo motivo, nel caso in cui il soggetto che usufruisce di tale permesso lo utilizzi ad esempio per andare al mare o fare altro, può essere considerato un abuso, tanto da rischiare in alcuni casi il licenziamento. In quest’ultimo caso, infatti, come riporta La Legge per tutti, vengono violati i principi di correttezza e buona fede, sia nei confronti del datore di lavoro che dell’Inps.
In particolare il datore di lavoro può licenziare il lavoratore per giusta causa, con effetto immediato. L’istituto di previdenza, invece, può denunciare il dipendente con l’accusa di reato di truffa ai danni dello Stato. Il pagamento di tale trattamento economico, infatti, viene anticipato dal datore di lavoro che poi lo recupera dall’Inps. Proprio per questo motivo ad essere economicamente danneggiato è l’istituto di previdenza.
Legge 104, occhio ai permessi: cosa si può fare e cosa no
A differenza di quanto si possa pensare, è bene sottolineare che il licenziamento non scatta sempre in automatico, bensì bisogna considerare ogni singolo caso. In tale ambito, ad esempio, ricordiamo che la Cassazione ha confermato il licenziamento di un lavoratore che durante i giorni di permesso, anziché assistere la madre, si era recato al mare con la famiglia. In questo caso, come è facile intuire, si tratta di un abuso, in seguito al quale scatta il licenziamento per giusta causa.
Allo stesso tempo non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Vi sono, infatti, circostanze che vedono il soggetto che fruisce del permesso dover necessariamente disbrigare alcune attività all’esterno o in casa propria, ma che sono finalizzate ad aiutare il famigliare non autosufficiente. Ne sono un chiaro esempio la spesa oppure l’acquisto di medicinali.
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Dall’altro canto, come già detto, non bisogna abusare di questi permessi. La Cassazione, infatti, ha ad esempio convalidato il licenziamento di persone che usufruiscono di questi giorni per restare a casa loro a riposare, senza prestare reale aiuto al soggetto avente bisogno. Come già detto, comunque, non sempre vi è il licenziamento. È compito del giudice, infatti, valutare ogni singolo caso e la gravità della situazione che gli si prospetta davanti.