Importanti novità in arrivo per quanto riguarda l’assegno di invalidità. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
In base a quanto previsto dall’articolo 13 della Legge 30 marzo 1971, n. 118, l’assegno di invalidità è una prestazione economica rivolta a mutilati e invalidi civili aventi un’età compresa tra i 18 e i 65 anni a cui viene riconosciuta una percentuale d’invalidità pari o superiore al 74%. Al fine di determinare la riduzione della capacità generica di lavoro, ricordiamo, vengono prese come riferimento le Tabelle Ministeriali.
Quest’ultime, infatti, prevedono una percentuale d’invalidità per ogni patologia che dà dritto a tale assegno. Se tutto questo non bastasse, l’Inps ha di recente fatto sapere che non è possibile cumulare redditi da lavoro con l’assegno di invalidità civile. Una novità che non è passata di certo inosservata, che negli ultimi giorni è stata però, fortunatamente, oggetto di un importante cambiamento. Ecco cosa è successo.
Assegno di invalidità, occhio alle novità: tutto quello che c’è da sapere
Il lavoro nobilita l’uomo, consentendo di ottenere quella fonte di denaro necessaria per riuscire ad acquistare i vari beni e servizi grazie ai quali poter soddisfare i nostri bisogni personali. Proprio per questo motivo sono in tanti a decidere di svolgere ad esempio qualche lavoretto, pur di avere qualche euro in più nel proprio portafoglio.
Non sempre però le cose vanno come sperato, tanto che lo scorso 14 ottobre l’Inps aveva annunciato lo stop all’assegno d’invalidità per chi ha un “lavoretto”. Una notizia che ha scatenato in poco tempo tutta una serie di polemiche, soprattutto considerando il fatto che solamente fino a poco tempo prima era possibile lavorare, a patto che il reddito risultasse non superiore al reddito minimo personale, ovvero 4.931 euro all’anno.
A seguito del messaggio n. 3495 l’Inps ha però fatto sapere di erogare tale prestazione economica solo a chi non lavora. Proprio in tale ambito, finalmente, giungono delle importanti novità, con le persone aventi diritto a tale prestazione economica che possono finalmente tirare un respiro di sollievo.
Assegno di invalidità riconosciuto anche a chi lavora
Come già getto, lo scorso 14 ottobre l’Inps aveva comunicato di recepire le indicazioni della Cassazione, così come previsto dalle sentenze numero 17388 del 2018 e la numero 18926 del 2019. In base a quest’ultime, ricordiamo, l’istituto di previdenza ha provveduto alla sospensione dell’erogazione dell’assegno di invalidità a coloro che percepiscono reddito da lavoro.
Una decisione che ha destato inevitabilmente scalpore. Non a caso ha portato la Federazione italiana per il superamento dell’handicap, Fish, e la Federazione tra le associazione nazionali delle persone con disabilità, Fand, a chiedere un intervento legislativo volto a risolvere la situazione.
In tale ambito, quindi, si annoverano gli emendamenti di Pd, Leu, Iv e M5S al decreto fisco – lavoro, depositati in Senato, in modo tale da annullare proprio il messaggio dell’Inps che non prevede, come già detto, l’erogazione dell’assegno di invalidità a chi lavora.
Ebbene, finalmente giungono delle importanti novità. Nella serata di martedì, infatti, la decisione in questione è stata annullata. Questo vuol dire che gli invalidi parziali potranno continuare ad ottenere l’assegno di invalidità assieme al reddito di lavoro, a patto che quest’ultimo non superi 4.391 mila euro.
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Questo è possibile in seguito all’approvazione in Commissione al Senato degli emendamenti al decreto fiscale del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle. “In Commissione al Senato hanno approvato l’emendamento al Dl fiscale che ripristina l’assegno di invalidità per gli invalidi parziali che prestano attività lavorativa. Correggiamo un’ingiustizia“, ha scritto su Facebook il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Per poi aggiungere: “Manteniamo la promessa fatta a famiglie e associazioni che lottano per l’inclusione“.