Il ricalcolo della pensione da parte dell’Inps arriva sulla dichiarazione dei redditi 2019. Ecco cosa cambia, quando e per chi.
E’ ancora alto il rischio pantano sul tema della pensione. La Legge di Bilancio dovrà tassativamente tracciare la strada per il 2022, con la speranza che il 2023 possa portare a compimento la riforma avviata con il passaggio lampo a Quota 102, probabilmente l’unica misura sicura di arrivare a dama. Nel frattempo, l’Inps allunga i tempi per ricalcolare gli importi delle pensioni in base ai redditi relativi al periodo d’imposta 2019. A farlo sapere è lo stesso Istituto, che fissa la data dell’aggiornamento al prossimo dicembre. Sarà una raccomandata a comunicare coloro che si ritroveranno in situazione di conguaglio a debito, ossia con pensione più alta del dovuto.
La base di partenza è stata la dichiarazione dei redditi del 2019 pervenuta quest’anno, costituita sia dalla documentazione inviata da Caf e/o liberi professionisti e dai Red semplificati. I soggetti in questione, i cosiddetti “nuclei reddituali”, sono stati soggetti a verifica da parte dell’Inps, che ha individuato l’insieme dei soggetti per i quali le informazioni reddituali sono ritenute necessarie per verificarne le prestazioni collegate al reddito.
Ricalcolo della pensione, come funziona per il 2021-2022
Secondo quanto stabilito, il nucleo familiare può essere costituito dal solo titolare del trattamento, così come dall’intero numero dei componenti. O anche solo dal titolare e dal coniuge, a seconda delle prestazioni che verranno erogate. Per essere considerato completo, il nucleo familiare dovrà far pervenire i dichiarativi per tutti i suoi soggetti componenti, sempre “in funzione delle prestazioni erogate sulla base del reddito dell’anno d’imposta 2019”. L’aggiornamento del 2019 resterà in forma unica solo nel momento in cui i dati sul reddito non avranno comportato conguagli per i periodi in oggetto (e al netto di variazioni sulla pensione). In caso contrario, l’aggiornamento dei nuovi dati produrrà un aumento sull’assegno pensionistico.
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Con i dati aggiornati al 30 novembre, il ricalcolo avrà effetto a partire dall’1 dicembre successivo. Per quanto riguarda i conguagli, l’Inps fa sapere che la validazione sarà per quelli di importo fino a 500 euro senza debiti precedenti. Se dovessero maturare le condizioni per i conguagli a debito, faranno fede i nuovi dati ricalcolati dall’Inps. La data valida sarà la stessa dell’aggiornamento, ovvero 30 novembre, con adeguamento dell’importo all’1 dicembre 2021. Le comunicazioni che perverranno ai soggetti in questione varieranno a seconda del tipo di conguaglio ricevuto, quindi a credito (comunicazione online) o a debito (raccomandata).