Controlli in vista su prelievi e versamenti. Tutto dovrà essere giustificato, anche un regalo di Natale in contanti. Entro certi limiti chiaramente.
Le tradizioni sono preziose per ciascuno di noi. Difficili rinunciarvi, specie se radicate non solo nella nostra famiglia ma anche nella nostra cultura. Alcune volte, però, non è corretto parlare di tradizioni vere e proprie quanto più di abitudini. Una di queste riguarda i regali natalizi per i quali il denaro non si utilizza per un acquisto ma come regalo esso stesso. Qualcosa che avviene soprattutto fra genitori e figli, coi primi che cercano magari di offrire qualche aiuto alla prole con un po’ di soldi in contanti, da spendere per un acquisto necessario o per esigenze economiche in generale. Un’abitudine che, però, dovrà tenere conto di una nuova concezione dell’uso dei contanti.
Trasferire i soldi non è quindi un’operazione da compiere a cuor leggero, anche se avviene all’interno della nostra famiglia. L’Agenzia delle Entrate, infatti, sembra in procinto di operare dei controlli sui prelievi ma anche sui risparmi presenti sui conti correnti così come sui libretti di risparmio. Questo significa che anche un semplice regalo potrebbe essere soggetto ad accertamenti fiscali. Specie se dovesse essere di ampie proporzioni in termini di denaro. In sostanza, il trasferimento dei contanti andrà giustificato.
Contanti per regalo, i limiti da non oltrepassare
La prudenza non dovrà essere convogliata solo sui prelievi ma anche sugli eventuali versamenti. Nel senso che occorrerà fare attenzione anche a posizionare sul proprio conto i contanti che potrebbero regalarci. Chiaramente, come detto, incappare nella rete del Fisco presuppone lo spostamento di somme consistenti. Chi possiede un conto o un libretto di risparmio, infatti, dovrà essere in grado di giustificare sia entrate che uscite, pena sanzioni amministrative che possono superare anche i 5 mila euro da parte dell’Agenzia delle Entrate. Attenzione in particolare a eventuali movimenti superiori ai 10.000 euro. Oltre tale cifra, infatti, l’Unità di informazione finanziaria (Uif) dovrà essere tassativamente informata dall’istituto di credito che riceve la cifra.
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Il cliente in questione riceverà un avviso di accertamento, dopo il quale dovrà dare giustificazione della movimentazione e della provenienza del denaro. Il concetto di regalo, in questo caso, non basterà all’ente. Sarà invece necessaria una prova scritta in funzione di attestazione, nella quale indicare la provenienza del denaro (quindi anche chi lo ha donato). Ecco perché una delle soluzioni migliori per versare i soldi sarebbe quella del bonifico, nel quale la causale sarà esplicativa dell’operazione. A ogni modo, va ricordato che il Fisco non tiene d’occhio movimenti di contanti di bassissimo importo. Almeno non se questi vengono effettuati di tanto in tanto. Diverso il discorso se la cosa dovesse invece avvenire spesso.