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Attualità

L’Irpef è cambiata: aliquote e scaglioni rivoluzionano gli italiani

Alla base di tutto una nuova visione del concetto di Irpef. Rivoluzione in atto per gli italiani, ma non solo.

Foto © AdobeStock

L’esecutivo ha finalmente portato a termine una riforma attesa da tempo. Un cambio di rotta una nuova idea di tassazione, la necessità di abbassare il cuneo fiscale, di abbatterlo quanto più possibile, cosi come richiestoci a più riprese anche dall’Ocse. Alla fine il Governo Draghi è riuscito nell’impresa, forte degli 8 miliardi di euro stanziati per la riforma in questione. Aliquote modificate, scaglioni eliminati, tutto insomma dalla parte dei cittadini in un tentativo di riforma che comunque ha lasciato sul campo molti scontenti.

Tassa sui redditi, tassa sulle retribuzioni, di fatto. L’Europa richiedeva da anni quest’intervento che però tardava sempre ad arrivare. Costo eccessivo gravante sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, problema in parte risolto. Non tutte le categorie di reddito, certo sono coperte allo stesso modo, ma secondo alcuni era importante mettere mano in qualche modo al provvedimento. Il risultato come anticipato ha scontentato qualcuno, e non parliamo di contesti del tutto ininfluenti, come ad esempio la CGIL.

Irpef 2022 il taglio è concreto: cosa succederà adesso

Per quel che riguarda le modifiche pratiche che interesseranno i vari regolamenti, va detto che si passerà da 5 a 4 scaglioni e che le varie aliquote saranno organizzate in questo modo: aliquota a 23% per redditi fino a 15, al 25% per redditi da 15 a 28mila euro, 35% per redditi da 28 a 50mila euro e 43% per redditi sopra i 50mila euro. La situazione insomma sembra tutelare fortemente le classi più ricche, in un certo senso, ed in ogni caso il taglio dell’ultimo scaglione ha di fatto realizzato quel tipo di considerazione.

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Nella nuova visione partorita dal Governo anche il bonus Renzi inizialmente portato da 80 a 100 euro sarà riassorbito e di fatto contenuto in quello che diventerà risparmio, tutto sommato. Il Governo ha insomma posto le basi per una riforma che potrebbe molto far discutere nei prossimi mesi. Già oggi, il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini si dichiara convinto dell’iniquità della riforma che di fatto tiene fuori le classi di reddito più basse. Non può esserci riforma, secondo Landini senza che si considerino le fasce di reddito più esposte a disagi e difficoltà. Il Governo ascolta e valuta, chissà che non ci saranno delle interessanti sorprese nelle prossime settimane. I cittadini dal canto loro non possono fare altro che attendere.

Published by
Paolo Marsico