Si tratta di un paese democratico e assai evoluto, in cui i diritti civili e quelli dei lavoratori sono ampiamente garantiti. Ecco perché l’idea di lavorare in Norvegia non è avventata.
Ogni anno molti italiani scelgono di partire per andare a vivere e lavorare in uno dei paesi del Nord Europa, perché confidano che là troveranno migliori opportunità occupazionali e di poter godere di un miglior tenore di vita. Tra i Stati che maggiormente attirano vi è la Norvegia, uno dei paesi più ricchi dell’area Schengen e, di conseguenza, uno Stato in cui il mercato del lavoro è in grado di offrire elementi interessanti anche a chi proviene da un altro paese dell’area UE, italiani inclusi.
Senza contare che in Norvegia non mancano gli spettacoli naturali, con distese verdi, montagne, ghiacciai e i tipici fiordi che contribuiscono molto al fiorente turismo del luogo.
Obiettivo di questo articolo è fornire una sintetica guida pratica su come lavorare in Norvegia, spiegando dunque quali sono i presupposti per potersi trasferire stabilmente in questo paese, quali i documenti e la burocrazia da tener conto e quali le opportunità occupazionali che garantiscono maggiori chance di inserimento lavorativo. La Norvegia è davvero un paese in cui è possibile ottenere quella ‘svolta’ a livello lavorativo, tanto desiderata? Scopriamolo.
La Norvegia si trova da anni ai vertici della graduatoria dell’indice di sviluppo umano stilata dall’ONU, e certamente rappresenta un paese assai interessante sul piano delle opportunità di vita e di lavoro che offre.
E’ una società in cui la democrazia è tratto caratterizzante, in cui il reddito pro capite è distribuito con equità e dove la qualità della vita è elevata. La Norvegia è inoltre una delle migliori nazioni al mondo per parità tra i sessi: un diritto per le donne considerato inalienabile già dal 1978. Vale a dire ben prima che in alcuni Paesi si cominciasse anche soltanto a parlare dell’argomento. E la parità di genere si rintraccia nitidamente anche e soprattutto in ambito lavorativo.
Non solo. In Norvegia vi è un buon equilibrio fra lavoro e vita privata.
Qui un lavoratore, nel corso della giornata, può suddividere con facilità ore di lavoro, ore di tempo libero e ore da dedicare alla famiglia.
Sul piano degli aspetti positivi, rimarchiamo che là la vita è molto tranquilla. I norvegesi non amano la frenesia e nel tempo libero preferiscono di gran lunga il relax. Durante il fine settimana, i negozi sono chiusi e ci si rivolge soprattutto alla natura, alla famiglia e allo sport.
In Norvegia, le opportunità di lavoro non mancano ed è vero che non pochi norvegesi scelgono il part-time: tanto che alle 15 sono già fuori dall’ufficio. Per questa via conservano più tempo per loro stessi e per gli altri.
Vero è che in Norvegia il sistema fiscale spicca per l’alto ammontare delle tasse, ma è pur vero che a ciò corrisponde un alto livello di servizi. Per fare un esempio pratico, l’istruzione è a costo zero dalla scuola materna fino all’università.
Ovviamente un elemento che gioca molto a favore di questo paese è la natura: paesaggi mozzafiato con boschi, campi e un’estate verde e fiorita. E’ vero che d’inverno il sole tramonta molto presto, ma d’estate, invece, si può assistere al tramonto alle 11 di sera. Ciò rende questa stagione davvero piacevole, in particolare per le rilassanti passeggiate sul lungomare e per escursioni lontano dai centri abitati.
La Norvegia fonda gran parte della sua ricchezza sui giacimenti petroliferi, le cui rendite però, a differenza di quanto è successo ad esempio negli Emirati Arabi, sono servite a migliorare e a sviluppare il settore pubblico e le energie alternative. E i risultati sono ben evidenti a tutta la popolazione del luogo.
Da sottolineare che questo è il paese europeo nº 1 per auto elettriche. Inoltre, a partire dagli anni ’90, le ingenti entrate energetiche sono state investite nell’utile Fondo Pensione Governativo Globale (SPU).
Tuttavia, qualche aspetto negativo del vivere in Norvegia c’è, e non potrebbe essere diversamente. Anche perché al mondo non esiste un paese perfetto, è ben noto.
Da quelle parti, per esempio, il sistema pubblico di trasporto è molto efficiente e tocca tutte le aree periferiche, ma i prezzi sono abbastanza alti. Sicuramente i prezzi di biglietti e abbonamenti ai mezzi pubblici di trasporto non sono economici, sono di certo maggiori che da noi.
Le cure mediche sono a costo zero, soltanto se l’interessato ha già pagato le tasse per almeno dodici mesi. Sono esonerati soltanto bambini e donne incinte, per i quali la copertura sanitaria pubblica è operativa senza vincoli e immediatamente.
Altro elemento che non gioca a favore della Norvegia è il cibo: quest’ultimo è infatti molto spesso importato e dunque i prezzi nei negozi e supermercati salgono molto.
Inoltre, c’è il fattore clima che non si può non considerare. La Norvegia è infatti un paese abbastanza freddo e le estati non sono di certo lunghe e calde, come quelle italiane. Di estate di solito si toccano solitamente i 20 gradi e raramente si oltrepassa questa temperatura. Chi non ama afa ed umidità, tipiche delle estati italiane, potrebbe trovare in Norvegia un clima compatibile con i propri gusti. Ma attenzione: in inverno, si scende normalmente a 0 gradi e anche a – 10 nelle zone più a Nord. D’altra parte, però, gli appartamenti sono edificati con ottimi sistemi di isolamento termico.
Restando sul piano immobiliare, gli affitti sono molto costosi in città. Il costo per un bilocale può oltrepassare la cifra di 1.000 euro al mese. Specie se si è appena arrivati nel paese, una buona scelta è quella di vivere in periferia, ossia in zone nelle quali i costi scendono e sono ancora più bassi se si vive in un paese lontano dalla città.
Nella prassi norvegese, affittare una casa comporta il versamento di una caparra, corrispondente a due mensilità. In ogni caso, la sistemazione abitativa più economica è rappresentata dalla condivisione di un appartamento che è proposta con annunci e siti specializzati, quali ad esempio iRoommates e Kangaroom.
Da quelle parti il contesto imprenditoriale è avanzato e sempre orientato ad applicare ed utilizzare nuove tecnologie. Da notare altresì che la Norvegia è da molto tempo un paese con competenze specialistiche in campi quali quello petrolifero e del gas e nei settori energetico, marittimo e ittico.
Inoltre, in Norvegia i diritti civili e i diritti dei lavoratori sono garantiti e protetti da leggi che regolamentano nel dettaglio i rapporti sociali e quelli di lavoro. La sicurezza è garantita, così come l’assistenza sanitaria.
Gli stipendi sono rapportati al costo della vita. Anzi, il rapporto è a favore dei salari: in termini pratici in Norvegia si può vivere abbastanza bene e togliersi diverse soddisfazioni, forse più che in Italia.
Il lavoro è basato su un forte aspetto meritocratico, come è tipico delle società anglosassoni o nordeuropee. Già a vent’anni, i giovani sono considerati adulti e, se in grado di farcela, possono velocemente cominciare la loro carriera accedendo a mansioni di maggiore responsabilità. Non c’è insomma un avanzamento per gradi, sempre e comunque, ma si può potenzialmente accedere subito a ruoli di una certa importanza.
Una importante spinta all’aumento dell’occupazione è stata data anche dalle molte iniziative predisposte dallo Stato, come ad es. sgravi fiscali, formazione del lavoratore e programmi volti a favorire la mobilità di quest’ultimo.
Oltre alle opportunità di lavoro, in Norvegia non mancano quelle di studio. Infatti, il settore dell’istruzione superiore norvegese è conosciuto per il suo elevato livello accademico, per i metodi d’insegnamento innovativi e i rapporti stretti e informali fra studenti e docenti. Ciò significa che è possibile agevolmente costruire le basi per un successivo proficuo inserimento nel mondo del lavoro.
Negli atenei e negli altri istituti di istruzione superiore norvegesi si possono scegliere varie combinazioni di materie, corrispondenti ai propri interessi ed alle proprie attitudini. Soprattutto, gli studenti internazionali – ovviamente inclusi quelli italiani – hanno a disposizione un’ampia gamma di corsi e programmi in inglese. Non solo: nella maggioranza degli istituti di istruzione superiore, la vita studentesca è molto dinamica e c’è un’offerta estesa di attività sociali.
Per gli studenti internazionali, sono varie le ragioni che rendono interessante lo studio in Norvegia:
Per quanto attiene alla domanda di ammissione, occorre specificare che è possibile frequentare in Norvegia una parte del proprio corso di laurea attraverso uno dei programmi di scambio istituiti, sulla scorta di accordi preposti fra istituti, oppure frequentare in Norvegia un intero corso di laurea o di specializzazione.
La Norvegia è un paese nordeuropeo, perciò non deve stupire che i diritti siano ampiamenti garantiti, in particolare quelli dei lavoratori. Pensiamo agli ammortizzatori sociali: per conseguire il diritto all’indennità di disoccupazione occorre aver lavorato in Norvegia almeno un anno.
Sarà necessario iscriversi al Norwegian Labour and Welfare Administration (detto semplicemente NAV) e frequentare i corsi indicati. Se entro qualche mese, l’interessato non trova lavoro, il NAV ne propone uno da accettare, anche se si trova in una città diversa. In caso contrario, il beneficiario subirà la perdita del sussidio di disoccupazione.
Interessanti anche le regole del congedo di maternità: infatti quest’ultimo scatta e si matura dopo aver lavorato almeno un anno in Norvegia. La sua durata è pari a 12 mesi. Ciò che più colpisce e che rappresenta una sostanziale differenza rispetto al mondo del lavoro italiano, è che il congedo è assegnato sia alla madre che al padre, allo stesso tempo. Secondo il modo di pensare norvegese, infatti, sia la madre che il padre hanno diritto e dovere di prendersi cura della prole.
Al padre sono assegnate 12 settimane di congedo parentale retribuito al 100%, alla madre spettano 47 settimane, sempre retribuite per intero. Sono altresì previsti i cd. “child benefits”, vale a dire dei bonus in denaro quando i figli sono molto piccoli. Ecco perché il modello di ‘Welfare State’ norvegese può certamente ritenersi all’avanguardia.
Da notare altresì che il welfare in Norvegia è garantito anche da una sanità e una burocrazia molto efficienti. Colei che vive da quelle parti, dopo aver comunicato al proprio medico di famiglia di essere incinta, entro un paio di settimane otterrà a casa una lettera con il calendario di tutti i controlli clinici da compiere e tutte le informazioni utili per gestire al meglio la fase di gravidanza.
Lo ribadiamo: in Norvegia il concetto di ‘Welfare State’ è dunque molto radicato, e lo si può notare, considerando vari aspetti pratici del mondo del lavoro e della sanità locali.
Se ci si domanda quali sono le conoscenze linguistiche da possedere per poter vivere e lavorare in Norvegia, la risposta è molto semplice. La lingua ufficiale è il norvegese, ossia una lingua germanica molto simile al danese e allo svedese.
Il norvegese si divide in due diverse forme scritte, usate ovunque poiché entrambe lingue scritte ufficiali. Non solo: il dialetto locale è ben accettato e viene utilizzato anche nei discorsi pubblici: è dunque pienamente considerato norvegese.
Attenzione però: come in tanti altri paesi del Nord Europa, la conoscenza dell’inglese è mediamente radicata nella popolazione. Trasferirsi in Norvegia e lavorare quindi, anche senza parlare la lingua locale, non è per nulla difficile, a patto che si abbia un buon inglese. Tuttavia, vero è che se si vuole stabilire una ampia rete di relazioni sociali, è opportuno imparare nel tempo a parlare il norvegese, frequentando uno dei vari corsi di lingua organizzati in questo paese.
Per quanto riguarda l’inglese, invece, è preferibile arrivare in terra norvegese, con già le conoscenze adatte alla situazione. In altre parole, è auspicabile padroneggiare le 4 aree di riferimento (ascolto, lettura, scrittura e espressione orale). Così sarà più facile candidarsi ad offerte di lavoro, senza contare che l’impiego negli uffici delle multinazionali presenti nel paese implica di saper padroneggiare la lingua inglese.
In altre parole, vero è che per i lavori più generici il livello di conoscenza della lingua può essere anche minimo, ma è altrettanto vero che più il lavoro è qualificato, è maggiore deve essere il livello di conoscenza della lingua. In particolari settori come agricoltura, ristorazione e accoglienza basta una buona conoscenza della lingua inglese, che potrà poi essere affinata nel corso del tempo.
Sopra abbiamo accennato al fatto che la Norvegia è un paese facente parte dell’area Schengen. Ne deriva che, specialmente all’inizio, per il cittadino italiano non vi sono particolari obblighi, se non quelli attinenti al possesso ed all’esibizione di un documento di riconoscimento (carta d’identità o passaporto). Niente lunghi iter relativi a visti e permessi, come invece nel caso degli extracomunitari.
Deve dunque essere chiaro che la Norvegia, facente parte dello spazio Schengen, garantisce il libero ingresso sul territorio nazionale per i cittadini e le cittadine dei paesi aderenti, fra cui l’Italia.
Dopo i tre mesi di soggiorno è tuttavia obbligatorio richiedere un permesso di residenza, registrandosi online sul sito dell’UDI – The Norwegian Directorate of Immigration – e andando ad un dipartimento di polizia.
Detto permesso si rivelerà di importanza cruciale, consentendo di accedere alla previdenza sociale, aprire un conto in banca o acquistare una SIM norvegese.
Lo ribadiamo: per vivere e lavorare in Norvegia non è necessario alcun visto particolare o permesso di lavoro, se si è cittadini italiani o europei. Ma ad ogni modo, occorre in seguito rendersi pienamente ‘visibili’ al sistema statale norvegese, se la permanenza non è di qualche mese, bensì superiore al trimestre.
In sintesi, sono dunque due gli step da seguire se si vuole vivere e lavorare in Norvegia, per lungo tempo:
Come si può notare, dunque, l’iter burocratico non risulta particolarmente gravoso, neanche se si vuole restare a lungo nel paese.
Il mercato del lavoro norvegese è molto flessibile e individuare il lavoro adatto alle proprie attitudini è abbastanza semplice. Senza contare che, dopo un certo periodo di disoccupazione, interviene il NAV (Norwegian Labour and Welfare Administration) a proporre un lavoro, e ciò vale anche per l’expat italiano che sta cercando di costruirsi un futuro in questo paese democratico ed evoluto.
I settori in cui oggi si cerca maggiore personale sono quelli della pesca marittima (il salmone norvegese è ben noto in tutto il globo), delle compagnie petrolifere, del terziario. Lo stipendio medio annuo è piuttosto alto, e ciò permette di sostenere il ‘peso’ del sistema fiscale e di avere un tenore di vita di tutto rispetto. Lo Stato contraccambia con un’alta qualità dei servizi. Tra le professioni più richieste, abbiamo in sintesi le seguenti:
Sul piano delle agenzie specializzate per trovare lavoro, rileva la possibilità di rivolgersi ad uno dei numerosi uffici di collocamento (Arbeidsformidling) presenti su tutto il territorio norvegese. Detti uffici offrono un servizio di assistenza a costo zero a tutti coloro che hanno bisogno di trovare opportunità di impiego in Norvegia.
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Se ci si chiede in quali luoghi del paese vi sono le più interessanti offerte di lavoro, rispondiamo che la maggior parte degli expat, anche italiani, decide di trasferirsi a vivere e lavorare a Oslo, ossia la capitale. Qui infatti vi è più alto numero di offerte di lavoro e gli stipendi sono più alti.
Lo stipendio medio, nel paese, è di circa 2800 euro al mese e, nella città di Oslo, è anche un po’ più elevato, arrivando a toccare i 3000 euro. D’altronde, essendo la capitale, si arriva a guadagnare di più ma anche a spendere di più.
Lavorare a Oslo significa infatti poter trovare davvero di tutto a livello di impiego. Nella capitale, inoltre, vi è un bassissimo tasso di disoccupazione, ma è pur vero che anche nel resto del paese i disoccupati sono davvero pochi.
Altre città obiettivo degli expat di tutto il globo sono quelle di Bergen, Tromso, Trondheim, Stavanger e Alesund.
In particolare, chi decide di lavorare a Bergen e Tromso, lo fa per trovare un lavoro nell’ambito del turismo. Mentre chi invece sceglie di lavorare a Trondheim solitamente lo fa per essere occupato nel settore dei media e della filmografia. Località come Stavanger e Alesund sono interessanti se lo scopo è quello di trovare un lavoro nel settore industriale e manifatturiero.
Concludendo, è possibile individuare un impiego presso italiani che hanno avviato un business in questo paese ma è pur vero che offerte specificatamente aperte ad italiani – tranne qualche offerta nell’ambito dell’insegnamento – non sono presenti. Certamente, anche questo è dunque un fattore da considerare nel momento in cui si valuta di cercare lavoro in Norvegia direttamente dall’Italia.
Tuttavia, se l’obiettivo è trovare offerte di lavoro in questo paese, specificamente rivolte ad italiani, è possibile tentare con alcune industrie ed aziende italiane in Norvegia – controllando ad es. quali sono sul sito della Camera di Commercio italo-norvegese – o anche, in particolare, per chi cerca lavoro nella capitale, tentare con i vari ristoranti, caffè e bar italiani che – certamente – potrebbero voler assumere personale proveniente dall’Italia.