Occhio a questo valore Isee in quanto potrebbe mettere a rischio la possibilità di accedere a molti bonus e agevolazioni. Ecco di quale si tratta.
Acronimo di indicatore della situazione economica equivalente, l’Isee si rivela essere un documento particolarmente importante per numerose famiglie italiane. Proprio grazie a questo documento, infatti, è possibile accedere a varie agevolazioni e bonus. Tra queste si annoverano le tariffe agevolate per le bollette delle utenze domestiche, così come, ad esempio, per la mensa scolastica.
Ma non solo, a partire dal 2022 sarà fondamentale anche per l’ottenimento del tanto atteso assegno unico che verrà erogato a partire da marzo del prossimo anno. Proprio in tale ambito, pertanto, si invita a prestare particolare attenzione ad un determinato valore, in quanto rischia di compromettere la possibilità di accedere a vari bonus ed agevolazioni. Ma di quale si tratta? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Isee 2022 fondamentale per poter beneficiare di bonus e agevolazioni
L’Isee può essere calcolato in qualsiasi momento, ma la sua validità è solo fino al 31 dicembre dell’anno in cui viene effettuata la relativa richiesta. Proprio per questo motivo si attende a breve una vera e propria corsa da parte di molti contribuenti al fine di ottenere tale documento. Quest’ultimo, infatti, permetterà a molte famiglie di poter beneficiare del tanto atteso assegno unico.
In grado di raccogliere diverse informazioni inerenti il nucleo familiare, l’Isee può essere oggetto di controlli e per questo motivo è bene stare molto attenti a cosa si dichiara. Ma non solo, è bene stare attenti al valore Isp che può contribuire a far alzare l’indicatore economico equivalente. A tal proposito è bene ricordare che per poter usufruire delle varie agevolazioni bisogna prendere in considerazione questi elementi, ovvero:
- Isr, indicatore della situazione reddituale;
- Isp, indicatore della situazione patrimoniale;
- valore della scala di equivalenza.
Occhio al valore Isp: tutto quello che c’è da sapere
Soffermandosi sul valore Isp, quest’ultimo fa riferimento, come già detto, alla situazione patrimoniale. Pertanto bisogna indicare il valore ai fini Imu, anche nel caso in cui quest’ultima non debba essere pagata.
Se si paga un mutuo, inoltre, nella DSU bisogna indicare il valore residuo che risulta al 31 dicembre del secondo anno precedente l’elaborazione della dichiarazione ISEE.
Nel caso in cui la casa di proprietà al netto del valore del mutuo residuo risulti inferiore a 52.500 euro, allora non risulta rilevante ai fini del patrimonio mobiliare. Tale soglia viene incrementata di 2.500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo.
Per quanto riguarda le voci comprese nel patrimonio mobiliare, invece, si annoverano la giacenza media dei conti correnti, sia bancari che postali, ma anche carte prepagate con Iban e libretti di risparmi.
Ma non solo, bisogna indicare anche eventuali titoli di risparmio, buoni fruttiferi ed altri rapporti e strumenti finanziari. L’Isp, pertanto, prende in considerazione il patrimonio immobiliare e mobiliare di un nucleo famigliare. Più alto è il suo valore, più alto sarà il valore dell’Isee.