Laurea, addio: l’atroce beffa sulle pensioni in Legge di Bilancio

In attesa della vera e propria riforma delle pensioni, dalla Manovra salta il riscatto gratuito della laurea. Novità anche per i precoci 2022.

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La Legge di Bilancio ha messo in cantiere diverse novità per quanto riguarda il piano fiscale. Il dibattito sulle pensioni, invece, si estende su un lasso di tempo più ampio. L’obiettivo è fornire uno strumento di passaggio in attesa di una riforma più strutturale che, però, dovrebbe veder luce solo nel 2023. Nel frattempo, si punta sul rafforzamento dei pensionamenti anticipati e su una soluzione tampone come (probabilmente) Quota 102, così da traghettare lungo il 2022 e lavorare a una riforma che possa accontentare tutte le parti, superando definitivamente Quota 100.

Le discussioni sono ancora aperte però. Inoltre, negli ultimi giorni sono arrivate notizie tutt’altro che positive sul fronte pensioni. Dalla Legge di Bilancio, infatti, non viene fuori l’attesa misura del riscatto gratuito della laurea. Una possibilità che avrebbe permesso di accelerare con la maturazione dei requisiti per la pensione e che, invece, sembra essere rimasto fuori dalla Manovra, allungando di tre mesi i termini per accedere al trattamento pensionistico. Stesso discorso per i precoci 2022, in un quadro di novità che sembra scontentare su più fronti.

Riscatto della laurea e precoci 2022: il doppio schiaffo

Per quanto riguarda i precoci 2022, verranno adottate soluzioni differenti. A meno di un colpo di coda con le modifiche alla Legge di Stabilità. Il periodo di inoccupazione, pari a tre mesi, andrà a interessare sia l’Ape Sociale che la cosiddetta Quota 41. I precoci che andranno in pensione con la prima soluzione, infatti, vedranno saltare il requisito dei tre mesi, a seguito dell’esaurimento della Naspi. Lasso di tempo che invece resta per le Quote 41, ossia i pensionati con 41 anni di contributi minimi versati all’Inps, almeno uno dei quali prima del compimento dei 19 anni. L’Ape Sociale resta vantaggiosa per i lavoratori che svolgono mansioni usuranti.

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La mancata possibilità del riscatto della laurea, tuttavia, vanifica anche la soluzione dei tre mesi. Si tratta infatti di una misura che permette di trasformare gli anni di università in altrettanti anni contributivi, al fine di integrare la posizione contributiva per il calcolo di tutte le prestazioni. E non sembra nemmeno che vi siano novità in vista all’orizzonte per la fase finale della Legge di Bilancio. In fondo, però, a saltare è solo la gratuità. Qualora si volesse determinare il costo del riscatto della laurea, potrebbe tornare utile il simulatore online dell’Inps. Di questi tempi davvero niente sembra poter essere gratis.

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