Fare la spesa non è solo una necessità di sostentamento ma una vera e propria battaglia navale a colpi di marketing. E di contromisure.
Non è necessario aspettare dicembre per avviare le compere natalizie. Certo, l’apporto della tredicesima sarà decisivo, soprattutto quest’anno. Tuttavia, un po’ per il timore della risalita dei contagi e un po’ per quello di ritrovarsi in piena ressa per i vari acquisti, c’è chi ha già anticipato le uscite a caccia dei regali. L’ultimo fine settimana di novembre sarà probabilmente un test per capire effettivamente quale sarà la direzione che prenderà la preparazione alle Feste. L’aiuto delle tredicesime alzerà le spese sui vari fronti, anche se l’inflazione in crescita porterà, secondo gli analisti, a un risparmio maggiore rispetto agli anni precedenti.
Certo è che, al netto di tutte le strategie per abbassare le uscite, un incremento anche minimo ci sarà. Lo sanno bene i consumatori, che alle compere di Natale sembrano disposti a rinunciare ma solo in parte, e lo sanno benissimo anche i venditori. Anzi, il periodo delle Feste è un’occasione quasi irripetibile, durante l’anno, per piazzare le migliori strategie di marketing. Quelle che, seppure visibili e inconsciamente note, ci portano lo stesso a gonfiare il conto alla fine della spesa. L’obiettivo, dal loro punto di vista legittimo, è quello di farci comprare (quindi spendere) il più possibile. Con tutte le tecniche applicabili, anche le più scaltre.
Il prossimo mese e mezzo sarà un test probante. Per capire come affronteremo il periodo natalizio naturalmente, ma anche per vedere chi effettivamente vincerà fra risparmio e tradizione. Di sicuro, almeno la spesa per la cena della Vigilia o per quella del Veglione di Capodanno ci saranno. E in quel momento sarà necessario affinare le contromisure per non incappare in spese esagerate o comunque superiori al preventivato. Per far questo, è importante perlomeno conoscere a livello generale le tecniche di vendita più efficaci e insidiose. Ad esempio, non tutti sanno che i supermercati cambiano spesso la disposizione dei beni, con l’obiettivo non dichiarato di allungare il percorso alla ricerca dei prodotti di fiducia. In questo modo, infatti, il cliente sarà indotto a comprare cose nuove.
Occhio anche al cosiddetto cross selling, ovvero un accostamento volontario di un prodotto a un altro. Ad esempio, il latte potrà trovarsi vicino ai biscotti o i salatini accanto alle birre. In pratica, i prodotti saranno posizionati in modo da renderli complementari, così da invogliare il cliente a “completare” l’acquisto di uno comprando anche l’altro. Un altro trucchetto riguarda i beni di prima necessità, posti in punti meno visibili per estendere il percorso di ricerca e visionarne prima altri. In ultimo, attenzione al 3×2. Il risparmio per eccellenza nella spesa, in realtà, non è un vero risparmio. Infatti, l’equivoco comune è credere che uno dei tre prodotti sia gratis, quando si applica nient’altro che uno sconto del 33% sulla confezione. Meglio saperlo in anticipo.