Ottiene maggiori guadagni un lavoratore dipendente oppure un titolare di Partita IVA? Esaminiamo i vantaggi e gli svantaggi delle due opzioni.
Due modalità differenti quelle del lavoro dipendente e della partita IVA. Cambiano gli adempimenti fiscali, variano i regimi di appartenenza e di conseguenza si hanno più vantaggi – o meglio guadagni – a trovare un’occupazione come dipendente oppure a lavorare in proprio con la Partita IVA? Una risposta univoca e giusta non può essere data visto che entrambe le modalità presentano pro e contro. Il ricorso all’una o all’altra opzione dipenderà, dunque, da cosa desidera il lavoratore. Le variabili da considerare sono varie e non dipendono unicamente dalla retribuzione oppure dagli adempimenti fiscali ma anche dalle caratteristiche personali del soggetto, dalle responsabilità che si vogliono assumere e dalla capacità di saper bilanciare lavoro e tempo libero.
Retribuzione del lavoratore dipendente
Iniziamo da uno degli aspetti più importanti, la retribuzione. Il lavoratore dipendente ha mensilmente uno stipendio più o meno della stessa cifra in base al proprio CCNL, al livello di inquadramento e ai minimi salariali. Alcuni lavoratori, poi, hanno tredicesima e quattordicesima garantite mentre altri prendono solamente la tredicesima. La stabilità dello stipendio fisso è un vantaggio a cui si pongono, però, dei contro. Il dipendente, infatti, al contrario di chi ha la Partita IVA deve sottostare alle regole di un datore di lavoro, ha orari non flessibili e deve giustificare le assenze. D’altro canto il datore di lavoro fungerà da sostituto di imposta e si occuperà di tasse e contributi per conto del lavoratore che non dovrò far altro che leggere la busta paga per conoscere i dettagli della retribuzione.
Partita IVA vs lavoro dipendente
I lavoratori autonomi e i freelance hanno l’obbligo di aprire la Partita IVA per guadagni superiori ai 5 mila euro all’anno. Nessun contratto nazionale del lavoro a sostegno ma solo i compensi percepiti dai clienti. L’importo mensile, dunque, varia in base ai lavori effettuati, alla loro tipologia e al compenso richiesto. In più, è il lavoratore stesso a pagare tasse e contributi e a dover procedere con l’iscrizione alla Gestione Separata e simili, tener conto dei pagamenti e delle date entro cui versare quanto dovuto allo Stato.
Uno dei vantaggi della Partita IVA è la tassazione agevolata al 15% per i compensi e ricavi entro i 65 mila euro. In più, si ha maggiore flessibilità, autonomia e controllo del lavoro. Questi aspetti bastano per sopperire alla mancanza di uno stipendio fisso con un minimo di base e di un sostituto di imposta? La risposta è totalmente personale e ognuno giungerà alle proprie conclusioni.