Fare un bonifico al figlio è possibile, tuttavia bisogna prestare attenzione al Fisco in quanto vi è un gesto che potrebbe costare caro. Ecco cosa c’è da sapere.
I figli sono indubbiamente dei pezzi di cuore e per questo motivo è ovvio che ogni genitore cerchi di fornire loro aiuto nei modi più disparati. Un amore incondizionato, che non può di certo essere ostacolato dalla solita burocrazia. Questo almeno in teoria, perché nella realtà dei fatti non è sempre così. Anche tra genitore e figlio, infatti, quando si tratta di denaro bisogna stare attenti.
Ogniqualvolta si trasferiscono dei soldi a qualcuno, d’altronde, vi è sempre un motivo. Lo sa bene il Fisco che per questo motivo volge un occhio di riguardo anche ai movimenti di denaro tra famigliari. Proprio in questo ambito sono in molti a chiedersi cosa accade nel caso in cui un genitore esegua un bonifico a favore del proprio figlio. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Bonifico al figlio, occhio al Fisco: l’importanza della causale
A partire dalla retta universitaria, passando per l’affitto, fino ad arrivare all’acquisto di una nuova auto, sono diversi i motivi che possono portare un genitore a dare dei soldi al proprio figlio. Un gesto fatto indubbiamente con il cuore, ma che può in alcuni casi attirare l’interesse del Fisco.
Questo in quanto alcune operazioni potrebbero, ad esempio, nascondere tentativi di evasione fiscale. In particolare a far scattare subito l’allarme sono i bonifici senza causale oppure versamenti di piccoli importi effettuati con una certa frequenza. Tutte situazioni che potrebbero portare l’Agenzia delle Entrate ad effettuare dei controlli.
Come precisato dalla commissione Tributaria del Piemonte con la sentenza numero 773 depositata il 6 ottobre, infatti, i “passaggi di denaro, fatti con bonifico dal padre al figlio devono essere giustificati, nel caso contrario si presume che quella somma sia un reddito del figlio, che come tale deve essere tassato a per il quale devono essere applicate le sanzioni e chiesti gli interessi previsti per legge in caso di evasione fiscale“.
Una situazione indubbiamente poco piacevole, con i soggetti coinvolti che possono comunque difendersi, presentando la documentazione che attesti, ad esempio, che si tratti di una donazione. Come si evince dal Testo Unico sulle Imposte sui Redditi, d’altronde, ogni bonifico ricevuto sul conto corrente costituisce un reddito imponibile, eccetto il caso in cui non si dimostri il contrario.
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In caso di donazione, ricordiamo, se di importo modesto, non comporta alcuna tassazione. Nel caso in cui superi il milione di euro, invece, viene applicata un’aliquota pari al 4% per la parte della donazione eccedente la franchigia di 1 milione di euro. Al fine di evitare problemi con il Fisco, quindi, il consiglio è quello di specificare sempre la causale, che permette di giustificare il motivo per cui si decide di effettuare un trasferimento di denaro.