Green Pass online, scatta l’indagine: “Illecita diffusione dei dati”

Il Garante della Privacy indaga sui Green Pass finiti sul web. Rischio elevato di manipolazione e traffico sul web di dati sensibili.

Green Pass scaricabile
Foto © AdobeStock

Crescere a pane e web potrebbe non essere poi una grande idea. Perché si sa, ad alcune persone la rete potrebbe risultare indigesta, specie se negli anni ha avuto delle ragioni per guardare con diffidenza alle potenzialità dell’online. Eppure internet è tornato utile durante la pandemia, specie in fase di lockdown, quando la necessità di restare in casa ha richiesto l’amplificazione dei servizi online. Il Green Pass, la certificazione verde ideata per riuscire a regolare il ritorno a una sostanziale normalità, ha seguito questa strada. Vaccino o tampone, per poi ricevere direttamente via mail le credenziali per scaricare il proprio documento.

Una prassi che sembra aver funzionato, anche perché piuttosto semplice. Eppure, visto che sempre di online si tratta, nemmeno il Green Pass può dire di aver avuto un percorso privo di intoppi. Uno dei quali, nei giorni scorsi, si è concretizzato come il caso dei Green Pass falsi, ovvero ottenuti in modo illecito. Ora, invece, il Garante della Privacy cerca di far luce su una pratica che, in modo diverso, può essere altrettanto pericolosa. Si tratta, nello specifico, di Green Pass “apparentemente autentici” ma che, in realtà, sarebbero messi a disposizione gratuitamente per il download all’interno di una piattaforma di file sharing.

Green Pass e traffico di dati: l’allarme del Garante

Secondo quanto emerso finora, migliaia di certificati sarebbero stati messi a disposizione di chiunque, esponendo dati sensibili a un gravissimo rischio di violazione. In effetti, chiunque potrebbe accedere e scaricare i certificati, anche chi non ne è titolare, col rischio concreto di manipolazione e commercializzazione. Non è chiaro, così come non lo era nel caso dei Green Pass falsi, come sia stato possibile violare le normative che regolano concessione e utilizzo della certificazione, né come tali dati abbiano fatto a finire in rete. Il Garante della Privacy parla chiaramente di potenziali gravissime conseguenze portate dalla pratica, giustificando l’avvio immediato di un’indagine. Inoltre, la Guardia di Finanza è stata incaricata di acquisire gli archivi online dei Green Pass, per verificare così la loro provenienza.

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Nel frattempo, due fascicoli sono stati aperti rispettivamente dalle Procure di Roma e Milano, entrambi collegati al fenomeno dei Green Pass online. Una situazione estremamente delicata, considerando che il riacutizzarsi dei contagi sta portando il Governo a nuove valutazioni sulla misura. Addirittura, si pensa a una certificazione per soli vaccinati e guariti dal Covid che, chiaramente, limiterebbe ancor di più le normali attività, lavorative e non, di chi non si è sottoposto alla vaccinazione. Anche in virtù di questo, la questione dei dati esposti, però, dovrà essere risolta nel più breve tempo possibile.

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