Le aziende cercano ma non si trovano i lavoratori. Ecco la verità che non ti aspetti in merito allo stato attuale del mondo del lavoro.
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro“, recita l’articolo 1 della Costituzione del nostro Paese. Proprio l’attività lavorativa, d’altronde, è importante in quanto ci permette di ottenere quella fonte di reddito necessaria per poter acquistare i vari beni e servizi di nostro interesse. Non sempre, però, le cose vanno come desiderato e in alcuni casi riuscire a trovare un impiego può risultare particolarmente complicato.
Se tutto questo non bastasse la crisi causata dal Covid ha comportato la chiusura di molte attività, complicando ulteriormente la situazione. Proprio in questo contesto, quindi, non possono passare inosservati gli ultimi dati Istat che mostrano come vi siano allo stesso tempo aziende che continuano a cercare, senza riuscire a trovare dei lavoratori. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa sta succedendo.
Lavoro, le aziende cercano ma non si trovano i lavoratori: il tasso di posti vacanti non cala
Il mondo del lavoro è in continuo cambiamento, tanto da avere delle ripercussioni su molti lavoratori. Molte, in effetti, sono le professioni e mestieri destinati a scomparire nell’arco di soli dieci anni, costringendo in molti a dover trovare nuova collocazione lavorativa. Proprio in tale ambito si inseriscono gli ultimi dati Istat riguardanti il tasso di posti vacanti nel settore dell’industria e dei servizi.
Ebbene, in base a quanto è possibile evincere in un nota pubblicata sul sito Istat, nel corso del terzo trimestre 2021, il tasso di posti vacanti destagionalizzato “si attesta all’ 1,8%, lo stesso valore si registra per le imprese dei servizi e sale all’ 1,9% per quelle dell’industria. Il confronto con il trimestre precedente segnala un incremento nell’industria (+ 0,3 punti percentuali) e un decremento nei servizi (-0,2 punti percentuali). Per le imprese con almeno 10 dipendenti, il tasso di posti vacanti è pari all’ 1,4%, frutto di un incremento simile nei comparti dell’industria e dei servizi (+0,1 punti percentuali)“.
Il numero di posti vacanti, ricordiamo, fa riferimento alle ricerche di personale che, alla data di riferimento, sono iniziate e non ancora concluse. Si tratta in pratica dei posti di lavoro per cui il datore di lavoro è alla ricerca di lavoratori. Dati indubbiamente importanti in quanto in grado di fornire informazioni dettagliate in merito all’andamento del mercato.
Cresce l’importanza delle competenze nel mondo del lavoro
Ebbene, proprio partendo dagli ultimi dati Istat è possibile evincere come il tasso di posti vacanti non sia calato dopo l’estate. Tale fenomeno, infatti, non può essere circoscritto solamente ad un determinato periodo dell’anno, bensì sta diventando strutturale. Mentre le imprese cercano lavoratori, sia con competenze elevate che basse, dall’altro canto si registra sempre una maggior difficoltà a trovare dei dipendenti. Diversi i fattori che portano a dover fare i conti con un elevato disequilibrio tra domanda e offerta.
Non parliamo solo di salari bassi e sussidi come il reddito di cittadinanza, ma anche di competenze. Il livello di competenze, infatti, si è abbassato, rendendo difficile trovare lavoratori in grado di soddisfare le richieste delle imprese. Come spiegato da Maurizio Del Conte, professore di Diritto del lavoro alla Bocconi, già presidente dell’Anpal, così come riportato da The Huffington Post:
“Facciamo un gran fatica a pescare dal bacino molto ampio dei disoccupati, che vogliono lavorare, perché chi ha perso il posto di lavoro l’ha perso su altre competenze. Se aumenti gli investimenti, quindi la domanda delle imprese, su determinate qualifiche e competenze che non si trovano tra i disoccupati, allora devi formare queste persone“.
Se tutto questo non bastasse, anche l’orientamento dei giovani non sembra guardare al mercato del lavoro. Questo in quanto non risulta in grado di offrire loro una formazione idonea. Un divario, quello tra domanda e offerta di lavoro destinato ad aumentare, se non si attueranno delle misure idonee ad aumentare le competenze. Diversi i settori colpiti, con le imprese dell’industria e quelle dei servizi che vorrebbero assumere, ma non riescano a trovare dei lavoratori.