Importanti novità in arrivo per coloro che percepiscono l’assegno di invalidità. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo cosa c’è da aspettarsi.
L’assegno di invalidità, così come previsto dall’articolo 13 della Legge 30 marzo 1971, n. 118, è una prestazione economica destinata a mutilati e invalidi civili di età compresa tra i 18 e i 65 anni a cui viene riconosciuta una percentuale d’invalidità pari o superiore al 74%. Un aiuto economico importante, con molti che si sono però ritrovati a dover fare i conti con un’amara sorpresa, quando lo scorso 14 ottobre l’Inps ha pubblicato il messaggio n. 3495.
Grazie a quest’ultimo, infatti, facendo riferimento a due sentenze della Cassazione, ovvero la numero 17388 del 2018 e la numero 18926 del 2019, l’ente ha reso noto che non è più possibile cumulare redditi da lavoro, anche solo di pochi euro, con l’assegno di invalidità civile erogato mensilmente. Una decisione che non è passata di certo inosservata, ma che potrebbe essere a breve oggetto di importanti cambiamenti. Ecco cosa c’è da aspettarsi.
Come già detto, lo scorso 14 ottobre l’Inps ha reso noto lo stop all’assegno d’invalidità per chi ha un “lavoretto”. Una notizia che ha portato inevitabilmente con sé un bel po’ di polemiche, soprattutto considerando che solamente fino a poco tempo fa era possibile lavorare, purché il reddito risultasse non superiore al reddito minimo personale, pari a 4.931 euro all’anno.
Un limite già di per sé ritenuto penalizzante per accedere ad un assegno mensile pari a 287,09 euro al mese. Se tutto questo non bastasse, come già detto, in seguito al messaggio n. 3495 l’Inps eroga tale prestazione economica solo a chi non lavora. Proprio in tale ambito, però, giungono finalmente delle importanti novità. Si va, infatti, verso una revisione della norma in questione.
A tal proposito si annoverano gli emendamenti di Pd, Leu, Iv e M5S al decreto fisco – lavoro, depositati in Senato dov’è in discussione il provvedimento collegato alla legge di Bilancio. Grazie alla manovra del 2022, quindi, dovrebbe essere annullato il messaggio dell’istituto di previdenza che non prevede, come già detto, l’erogazione dell’assegno di invalidità a chi lavora.
Ebbene, il Movimento 5 Stelle, tramite Nunzia Catalfo, ha chiesto di modificare la norma in questione, eliminando il comma 1 dell’articolo 13 della legge 118/1971. Stessa richiesta anche da parte del Pd, attraverso un emendamento di Antonio Misiani. Italia Viva, invece, ha presentato un emendamento attraverso il quale chiede un’eccezione al comma 1 che permetta ai disabili di poter svolgere un lavoro autonomo o subordinato, che risulti però escluso da imposizione.
Per quanto riguarda l’emendamento presentato da Vasco Errani di Leu, invece, intende aggiungere una precisazione sempre al comma 1. Ovvero la compatibilità tra disoccupazione e la possibilità di svolgere un lavoro da cui derivi un reddito annuale non superiore al reddito minimo personale, escluso da imposizioni.
Si tratta, quindi, di emendamenti volti tutti a reintrodurre la possibilità di percepire l’assegno di invalidità anche quando si svolge un’attività lavorativa. Al momento, ricordiamo, ancora non è ufficiale, ma la direzione del governo sembra essere abbastanza delineata.