Dopo i rincari delle bollette i cittadini italiani si trovano a fare i conti con l’aumento dei prezzi in virtù dell’avvicinamento del Natale. Quali sono i prodotti su cui si rischia la stangata
Il prossimo Natale si preannuncia piuttosto caro. Colpa della crescita del costo dell’energia e delle materia prime, che con tutta probabilità porterà ad un incremento di costo di beni e servizi.
D’altronde i dati parlando chiaro. Secondo quanto riportato dall’Istat, nel mese di ottobre le voci relative ai beni alimentari e per la cura della persona, hanno subito un aumento dell’1,2%.
In prospettiva invece Confcommercio ha stimato fino a 5,3 miliardi di consumi in meno a dicembre con un inflazione al 4%. L’associazione dei commercianti ha segnalata che una riduzione dei consumi pesa anche sulla lievitazione dei prezzi per l’energia (che si è già visto sulle bollette di luce e gas).
Naturalmente tutto questo meccanismo ha una grossa incidenza anche sui prezzi dei beni alimentari, su tutti pane e pasta. Ciò è dovuto all’aumento del costo del grano, che è dovuto anche alla crescita del prezzo dell’energia necessaria per produrlo.
Un circolo vizioso che comporterà dei danni sui consumatori finali, che si ritroveranno a sborsare della cifre molto più sostanziose per accaparrarsi prodotti di prima necessità. Stessa situazione per quanto concerne la carne, visto il rincaro dei mangimi per gli animali (mais +50%, soia +80%). A ciò bisogna aggiungere le spese di trasporto e qui ritorna il leitmotiv del carburante.
Alla luce di questo scenario gli allevatori puntano ad aumentare di 5 centesimi il prezzo del latte al litro, mentre per le uova già dallo scorso luglio si registra un saldo a rialzo del 26%. Non si salvano nemmeno le verdure, vittime della crescita in termini di costi dei concimi utilizzati per i terreni agricoli.
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I maggiori costi per quanto concerne la logistica porteranno a degli effetti anche per prodotti piuttosto comuni come frutta e caffè. Le quotazioni di quest’ultimo sui mercati internazionali sono cresciute addirittura fino all’80%.
Dal canto suo il Governo Draghi ha in programma una spesa di 4 miliardi di euro per contrastare in parte l’effetto caro bollette nel quarto trimestre 2021.