Sareste disposti a rinunciare alla colazione con cornetto e cappuccino? A far paura, come spiega Assoutenti, è ora l’aumento dei costi più che le restrizioni.
Il periodo di relativa normalità, ha grossomodo consentito di tornare a concederci qualche abitudine che, durante le fasi più acute della pandemia, eravamo stati costretti ad archiviare. Con tutte le precauzioni del caso e rispettando le varie normative, ad esempio, concedersi un aperitivo o una colazione al bar sono degli svaghi che ci si può concedere. Del resto, soprattutto nel secondo caso, rappresentano dei momenti di socialità che abbiamo faticato a dimenticare, nonostante in quei giorni fossero quanto di più sconsigliato. Ma è vero che dopo una pandemia (peraltro ancora in corso) difficilmente si torna alla vita di prima in tutti i suoi aspetti.
La colazione al bar non ha fatto eccezione. Modificata lei come tanti altri aspetti della quotidianità, anche e soprattutto a causa della crisi economica più che delle limitazioni sanitarie. Se finora si trattava di una spesa tutto sommato contenuta, col passare del tempo il classico cappuccino e cornetto è diventato un esborso che fa i conti, come gli altri, con il tasso di inflazione in crescita. In pratica, se il costo della vita aumenta, lo fa in ogni settore. E anche una spesa di pochi euro potrebbe inaspettatamente innalzarsi oltremodo.
Colazione al bar, quanto costa? La risposta di Assoutenti
E’ Assoutenti a trasmettere un quadro chiaro della questione, spiegando che i prezzi potrebbero a breve schizzare verso l’alto anche per spese molto semplici. Un problema, naturalmente, che sta a monte. I rincari, infatti, partono innanzitutto sugli approvvigionamenti e, di conseguenza, sui consumatori finali. Assoutenti spiega che oltre 5 milioni e mezzo di italiani fanno colazione al bar ogni giorno. Con consumazioni che riguardano tutti i prodotti annessi, dai cornetti al latte. L’aumento dei prezzi, tuttavia, potrebbe presto scoraggiare questa abitudine ben più delle regole anti-Covid. Come detto, tutto parte da monte, ovvero dai prezzi delle materie prime, i più alti degli ultimi dieci anni. Si va dall’80% di aumento delle quotazioni del caffè al 60% del latte. Ma anche zucchero (30%), uova (26%) e cacao (20%).
Per quanto riguarda la spesa media, il conto è presto fatto: al netto di tutti gli aumenti, l’effetto sul consumo finale sarà (secondo Assoutenti) di 3,40 euro. Ovvero, oltre 1 euro in più di quanto si spendeva finora. Un incremento dei costi complessivo di circa il 40%. Ad esempio, per una tazzina di caffè si andrà in media su 1,50 euro (+37,6%). In un periodo di rincari generali, anche una variazione all’apparenza contenuta può fare la differenza. Specie se relativa a un’abitudine consolidata come la colazione al bar. Del resto, in tempi difficili, ridurre le spese è la prima regola. Anche se a rimetterci dovesse esserci un momento di svago.