Dal 2022 il limite ai pagamenti in contanti si abbasserà ulteriormente. Nel provvedimento, vengono indicate anche le relative sanzioni per chi trasgredisce.
Evasione fiscale da debellare. Il piano del Governo è stato chiaro fin dall’introduzione delle linee guida da parte del premier Mario Draghi. Con tutti gli strumenti a disposizione peraltro, che vanno dal semplice incentivo ai pagamenti tracciabili al controllo fiscale sulle transazioni. E il Fisco tiene d’occhio soprattutto l’utilizzo dei contanti, in quanto ritenuti viatico di alcune pratiche di evasione. Questo perché, rispetto ad altri strumenti di pagamento, è più complicato mantenere una tracciabilità che possa effettivamente dimostrare l’avvenuta transazione. Da qui, la mossa dell’esecutivo per il 2022.
Con l’arrivo del prossimo anno, infatti, verrà ulteriormente abbassato il limite dei pagamenti effettuabili con denaro liquido, portando la soglia attuale di 1.999,99 euro a 999,99 euro. Da 2 mila, in sostanza, si passerà a mille. Un ulteriore sforzo per disincentivare l’uso dei contanti, favorendo carte, bancomat e bonifici, così da monitorare fiscalmente l’avvenuto pagamento. Ed evitare, in questo modo, accertamenti futuri da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Stop ai contanti, i limiti del 2022: chi rischia il controllo del Fisco
A partire dal prossimo anno, dunque, attenzione ai pagamenti in contanti. Superare il limite imposto, infatti, porterà il Fisco a eseguire automaticamente dei controlli. Limiti posti dal decreto n. 124/2019 che non solo dispone un tetto massimo relativo agli importi ma anche le relative sanzioni per chi viola questa e altre regole del provvedimento. Non va dimenticato, infatti, che gli istituti di credito stessi, Poste o banche che siano, sono tenuti dal 2 luglio 2019 a comunicare mensilmente all’Unità d’Informazione Finanziaria un rendiconto dei movimenti di denaro. Sia in entrata che in uscita. Questo, tuttavia, solo nel caso in cui si vada oltre i 10 mila euro mensili.
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Per movimenti, si intende il complesso dei versamenti che dei prelievi effettuati. In caso di eccedenza rispetto al limite dei 10 mila euro, l’intermediario sarà costretto a effettuare una comunicazione oggettiva all’Uif. Si tratta del primo passo per un accertamento fiscale, anche se la comunicazione non costituisce di per sé un ulteriore limite ai movimenti di contanti. Tali operazioni sono infatti lecite e a eventuali controlli potranno essere contrapposti dei giustificativi. Va comunque ricordato che la scure fiscale si applicherebbe in caso di movimenti oltremisura. Un dispositivo, stavolta sì, aggiuntivo per quanto riguarda l’argine all’evasione fiscale.