Troppi tamponi fanno male? I rischi dei test ogni 48 ore

La frequenza dei tamponi potrebbe provocare, alla lunga, dei rischi per il paziente? Ecco la risposta degli esperti in materia.

Tamponi
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A quanto sembra non è solo questione di soldi. L’argomento tamponi, a seguito dell’introduzione in forma obbligatoria del Green Pass, ha tenuto banco in modo proporzionale alle proteste esplose contro la certificazione verde. Considerando che, fra meno di due settimane, sarà un mese esatto dal cambio di rotta, si comincia a tirare le somme sui cambiamenti effettivamente avuti all’interno della nostra società dall’introduzione della certificazione obbligatoria. Non solo dal punto di vista del lavoro ma anche della salute.

Sì, perché la procedura dei tamponi ogni due giorni (48 ore la richiesta per far sì che sia effettivamente valido) sembra produrre qualche rischio per la salute. Una questione che, chiaramente, rafforzerebbe la posizione dei no-Green Pass e, forse, anche quella dei contrari al vaccino. Nonostante i test rappresentino indubbiamente un utilità per la lotta alla pandemia, la frequenza con la quale vengono effettuati ha iniziato a generare qualche domanda. Alcuni esperti hanno per questo iniziato ad analizzare gli eventuali effetti collaterali anche se, come sappiamo, per il tampone non si richiedono farmaci.

Troppi tamponi sono rischiosi? Le risposte degli esperti

Se non si tratta di uno strumento invasivo e constatata la sua utilità, quali potrebbero dunque essere i rischi del test? Il problema sarebbe da ricercare nella sua struttura stessa, in quanto uno strumento inserito con troppa frequenza nella cavità nasale potrebbe provocare irritazioni, soprattutto a chi soffre di riniti o di polipi. Senza contare che, come spiega al Corriere il primario Vittorio Torta (direttore facente funzioni del reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale Santa Chiara di Trento), più tamponi si eseguono più c’è il rischio che le mucose vengano danneggiate.

Un altro rischio, seppur minimo, è legato a fattori esterni come la possibile rottura del tampone all’interno della cavità nasale. Un pericolo minimale e, per questo, solo teorico. Più concreto il rischio di epistassi per esempio, a causa della possibile abrasione delle mucose. Questo succede di più in nasi predisposti, quindi deviati o ristretti. Più l’oggetto contundente penetra, più si rischia conseguenze come l’epistassi. Nei casi più seri, la perdita di sangue andrebbe curata direttamente in pronto soccorso, soprattutto se il soggetto assume farmaci anticoagulanti.

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Decisamente meno probabilità esistono per eventuali lesioni al cervello. L’esperto spiega infatti che, pur essendo presente in letteratura, l’evenienza è decisamente rara, quasi impossibile. A ogni modo, tutto questo si confà esclusivamente alla frequenza dei test. Svolgere tamponi occasionalmente è una procedura praticamente priva di rischi. Per ridurre al minimo quelli possibili con test frequenti, si consiglia di seguire scrupolosamente le indicazioni del personale sanitario: non muovere la testa né rimuovere il tampone da sé.

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