Nonostante si fosse parlato di uno stop alla decisione, l’Anmic annuncia la lotta per l’interruzione dell’assegno agli invalidi parziali ai lavoratori con redditi bassi.
Giornata campale a Cagliari, dove l’Associazione nazionale Mutilati e invalidi civili (Anmic) ha messo in piedi una protesta a oltranza contro l’Inps, accusata di aver interrotto l’erogazione dell’assegno mensile agli invalidi civili parziali impegnati in attività lavorative. E questo nonostante un basso reddito dichiarato. Un corto circuito che segue il dibattito delle scorse settimane sulla rimozione dell’agevolazione per chi soffre di invalidità ma, al tempo stesso, svolge delle piccole mansioni di supporto al reddito.
Nei giorni scorsi sembrava che l’emergenza fosse rientrata, con l’Inps propensa a ridiscutere la controversa normativa che disponeva il ritiro dell’agevolazione in situazioni di questo tipo. A Cagliari tuttavia, come riferisce Castedduonline, la situazione sarebbe esplosa lo stesso. A dire dell’Anmic, l’Inps non starebbe più erogando gli assegni addirittura dal 14 ottobre, scatenando la protesta. L’assegno mensile da 287 euro, riconosciuto a chi soffre una condizione di invalidità, sarebbe infatti stato sospeso nonostante fosse destinato a redditi inferiori a 4.900 euro.
Dall’Anmic sono chiari: la decisione dell’Inps metterebbe a rischio lo standard di vita di chi percepisce l’assegno di invalidità. Ponendo di fatto i beneficiari sulla soglia della povertà. L’associazione definisce il tutto “una grave ingiustizia sociale”, anche perché le attività lavorative contestate sono spesso saltuarie e con compensi estremamente bassi. Un contributo che, pur modesto, consente spesso di arrivare con meno sofferenza alla fine del mese. Ricordiamo che la decisione dell’Inps riguardava chiunque svolgesse qualsiasi tipo di attività retribuita e patisse una condizione di invalidità parziale compresa fra il 75% e il 99%. Una decisione che aveva fatto saltare dalla sedia le associazioni di categoria. Anche perché, nella maggior parte dei casi, i beneficiari di queste agevolazioni producono redditi estremamente bassi.
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Lo stesso Inps, tuttavia, sembrava aver fatto un passo indietro, posticipando ulteriori pronunciamenti sulla questione. A Cagliari, invece, a quanto pare non è andata così. E a questo punto, l’Anmic preme affinché l’istituto torni sui suoi passi, auspicando una legge chiarificatrice. Quantomeno, l’auspicio è che si ritorni alla normativa precedente, che prevedeva l’interruzione dell’indennità nel momento in cui il lavoro generava redditi superiori a 4.931,29 euro. Per il momento, la strada resta quella del dissenso e dell’attività serrata per cercare di sbrogliare la situazione. A questo punto decisamente spinosa.