Pensioni minime, l’annuncio che alza le aspettative: cosa accadrà nel 2022?

Novità in arrivo nel 2022 per le pensioni minime. L’anno nuovo porterà un aumento dell’importo mensile erogato per i pensionati con specifici requisiti anagrafici e reddituali.

pensioni contributi
Foto © AdobeStock

Un annuncio inaspettato regalerà un sorriso a tanti pensionati titolari di pensioni minime. Nel 2022 l’importo dell’assegno aumenterà per i soggetti che soddisferanno determinati requisiti di carattere anagrafico e reddituale. Attualmente, l’INPS alza a 515 euro la pensione di tutti coloro che percepirebbero importo inferiore a tale cifra. Destinatari del trattamento minimo sono i lavoratori che raggiunti i 67 anni di età possono accedere alla pensione di vecchiaia avendo alle spalle venti anni di contributi. Le pensioni minime prevedono un aiuto che rimane, comunque, molto ad di sotto della soglia reddituale che consente di vivere dignitosamente. La questione è stata spesso oggetto di dibattito dato che è un punto dolente della nostra economia. Nel 2022 si potrebbe compiere un passo in avanti aumentando l’importo mensile della pensione a specifici soggetti.

Pensioni minime, chi sono i destinatari dell’aumento

Nel 2022 è previsto un aumento delle pensioni minime da 515 euro fino a 651 euro. Dovrebbe esserci una rivalutazione maggiore rispetto a quella applicata nel 2021. L’anno in corso, infatti, ha visto aumentare dello 0,5% l’importo del trattamento minimo rispetto al 2020. L’integrazione prevista per chi riceve una pensione molto bassa, troppo bassa per poter vivere dignitosamente, ha portato l’assegno ad una cifra minima di 515,58 euro mensili per un totale di 6.702,54 euro all’anno ripartiti in tredici mensilità.

Nel 2022 l’importo mensile aumenterà di 26 euro per i pensionati che hanno un’età compresa tra i 60 e i 64 anni e di 83 euro al mese per i soggetti di età compresa tra 64 e 69 anni. La maggiorazione è legata ai requisiti reddituali. Un pensionato solo non dovrà superare i 6.702,54 euro (o 13.405,08 per l’aumento parziale) mentre se coniugato il reddito annuo complessivo dovrà essere inferiore a 20.107,62 euro (o 26.810,16 euro per l’aumento parziale). In entrambi i casi il reddito personale del destinatario di pensione minima non dovrà superare i 6.702,54 euro.

Leggi anche >>> Pensione a rate, la proposta post Quota 100: il futuro diventa sempre più incerto

Incremento al milione, a chi spetta

Parlando di pensioni minime occorre soffermarsi sull’incremento al milione, l’integrazione prevista per i pensionati dai 70 anni in su. L’importo di 651,51 euro spetta, in questo caso, a chi non supera il reddito annuo di 8.469,63 euro (se solo) o di 14.447,42 euro (se coniugato). Ricordiamo che raggiunti i 71 anni è possibile richiedere la pensione di vecchiaia contributiva pur non avendo alle spalle venti anni di contributi. Non si potrà ottenere, però, il trattamento minimo.

Gestione cookie