Secondo la Corte Costituzionale, la proroga del blocco sugli sfratti non è illegittima. Confedilizia critica: “Penalizzato chi concede l’affitto”.
In qualche modo, si chiude un dibattito diventato annoso. La Corte Costituzionale ha infatti deciso, con sentenza emessa nella mattinata del 21 ottobre, che la proroga del blocco agli sfratti è da ritenersi un provvedimento legittimo. La misura, contenuta nel decreto Sostegni, era stata inizialmente contestata da ben due tribunali (Trieste e Savona), proprio sulla base di una questione di legittimità in merito al prolungamento del blocco. L’intento della misura, sorta in tempi di pandemia, consisteva in un alleggerimento del peso della crisi economica imposta dal Covid-19.
Con l’ultima sentenza, la Corte Costituzionale ha di fatto rigettato le istanze, ponendo come motivazione la natura stessa del provvedimento. Il blocco, infatti, verrà progressivamente ridotto in base all’andamento della pandemia. E, nondimeno, come orizzonte temporale resta il prossimo 31 dicembre, data in cui l’applicazione del blocco cesserà forse definitivamente. In particolare, era stato il Tribunale di Trieste a insistere sul punto, affermando che in realtà la connessione del blocco andava a sortire effetti anche in periodi non strettamente connessi all’emergenza pandemica.
Blocco degli sfratti legittimo: sentenza contraria a chi mette casa in affitto
In sostanza, la legittimità resta il provvedimento in sé, così come è stato formulato. Fra le istanze mosse, il fatto che non potessero essere esaminati i singoli casi, ad esempio per le morosità precedenti alla pandemia. Questo significa che, anche nel caso in cui un inquilino in affitto non avesse pagato il canone di locazione prima dell’avvento del coronavirus, sarebbe rientrato allo stesso modo sotto l’egida del provvedimento. Era stata inoltre rilevata la possibilità di un precedente legato all’esproprio senza indennizzo.
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Una serie di circostanze, quindi, che avevano dato adito a una discussione andata ben oltre le aule di tribunale. La crisi economica innescata dal Covid ha colpito duramente, in alcuni casi incrementando sacche di sofferenza già esistenti. Letta in questo modo, la decisione del Governo sembrerebbe orientata al non infierire su casi già compromessi da situazioni di difficoltà estrema. Anche se, a tal proposito, il tribunale di Savona aveva addirittura parlato di una possibile contravvenzione all’articolo 3 della Costituzione sull’uguaglianza dei cittadini. Sì, perché di contro andavano considerati anche coloro che hanno concesso una casa in affitto. Anche per loro, come ricorda Confedilizia nel suo critico commento alla sentenza, si dovrà attendere il 31 dicembre, quando tutto dovrebbe tornare sulla carreggiata pre-pandemica. Intanto, conclude l’organizzazione, “possono continuare a cercare altrove le risorse per vivere, Caritas inclusa”.