La fine dell’anno si avvicina così come i controlli del 730. Il Fisco è pronto per passare in rassegna le dichiarazioni presentate da professionisti, Caf e sostituti di imposta.
Entro il 31 dicembre i vari uffici periferici dell’amministrazione finanziaria dovranno controllare formalmente le dichiarazioni inoltrate dai contribuenti. Le verifiche verranno effettuate tenendo conto di specifici parametri di riferimento e dell’incrocio dei dati che il Fisco otterrà facilmente grazie ad un recente Decreto che “trascura” la privacy dei cittadini. I controlli del 730 del 2021 riguarderanno le dichiarazioni presentate nel 2019 dato che è previsto dalla Legge che le verifiche vengano effettuate entro l’ultimo giorno dell’anno del secondo anno successivo alla presentazione del modello. Tra professionisti e Caf cresce la paura di aver fornito dati sbagliati, cosa si rischierebbe in questo caso?
Il Fisco durante lo svolgimento degli accertamenti può compiere specifiche operazioni. Può, per esempio, escludere in parte o completamente lo scomputo delle ritenute d’acconto che non risultano in misura inferiore dalle dichiarazioni presentate dai sostituti d’imposta. Allo stesso modo, il riferimento è per le dichiarazioni presentate da banche, dall’Ente Poste Italiane oppure dai contribuenti stessi.
Gli uffici dell’Agenzia delle Entrate, poi, possono escludere in parte o del tutto le detrazioni d’imposta che non spettano sulla base della documentazione presentata dai contribuenti così come possono escludere in parte o del tutto le deduzioni dal reddito che non spettano in base alle norme attive. Altra operazione che il Fisco può compiere è liquidare una imposta sul reddito delle persone fisiche più elevata oppure contributi maggiori sul totale del reddito dichiarato con riferimento a più certificati o dichiarazioni. Infine, l’ente è libero di correggere errori e calcoli sbagliati nelle dichiarazioni dei sostituti d’imposta.
Il Fisco qualora rilevasse degli errori durante i controlli del 730 provvederebbe ad informare telefonicamente o via e-mail il contribuente oppure il Caf o il professionista che ha aiutato a compilare la dichiarazione dei redditi. L’ente chiederà alle persone soggette a verifiche di giustificare e fornire chiarimenti su quanto dichiarato e a consegnare ricevute di pagamenti o documentazione tale da confermare la legalità della propria condotta e fermare le verifiche dell’ente.
Al termine del controllo formale, il Fisco invierà al contribuente o a chi lo rappresenta una comunicazione il cui contenuto conterrà le motivazioni alla base di una eventuale rettifica degli imponibili di imposte e ritenute alla fonte oppure di premi e contributi dichiarati. Nei successivi trenta giorni dopo il ricevimento della notifica sarà facoltà del contribuente segnalare errori o dati a sostegno del proprio operato.
Qualora il Fisco rilevasse sbagli di Caf e professionisti, questi sarebbero chiamati a versare una sanzione amministrativa dall’importo compreso tra 258 e 2.582 euro. In caso di ripetute violazioni oppure se la violazione commesse risultasse alquanto grave, il rischio è quello di una sospensione per un lasso temporale da uno a tre anni. L’unico modo per poter pagare meno sanzioni è provvedere al più presto con il ravvedimento operoso in modo tale da correggere gli errori pagando sanzioni ridotte comprese tra un sesto e un ottavo del minimo.