Questi particolari pomodori hanno delle particolari proprietà che possono aiutare le persone in diverse circostanze. Vediamo da dove vengono e quali effetti scaturiscono
È ormai arcinoto che i cibi sulle nostre tavole sono ricchi di sostanze aggiunte che non sono propriamente salutari. Stavolta però l’inserimento ha uno scopo benefico o meglio questa è l’intenzione dei produttori.
Di cosa stiamo parlando? Dei pomodori provenienti dal Giappone, prodotti dall’azienda di biotecnologie, Sanatech Seed, la quale ha ottenuto il permesso di commercializzare i suddetti ortaggi modificati con la tecnica CRISPR/cas9.
Il loro nome è Sicilian Rough High GABA e contengono un quantitativo di acido gamma-amminobutirrico (GABA) cinque volte superiore alla media. Si tratta di un neurotrasmettitore inibitorio che è responsabile dell’eccitabilità neuronale del sistema nervoso.
Pomodori benefici: in quali casi possono essere d’aiuto
Per effetto di ciò questi particolari pomodori dovrebbero avere un effetto tranquillante sul sistema nervoso, in modo tale da favorire il sonno e combattere lo stress. Ad onor del vero sono ancora in corso gli studi del caso e le prove che attestino ciò non sono poi moltissime.
Al contempo è una sorta di primo passo verso l’utilizzo di questa tecnica in ambito agroalimentare. Seppur in qualche modo modificati, non sono considerati OGM, ma è più che probabile che l’Europa almeno per ora possa optare per un divieto di commercializzazione.
Restano comunque molti dubbi nonostante i ricercatori della Sanatech Seed abbiano affermato che siano sicuri e che la loro coltivazione non ha impatti particolari sulla biodiversità.
Per quanto concerne il prezzo di acquisto, i pomodori giapponesi GABA, costano all’incirca 23 dollari al chilo. Un costo decisamente alto e non accessibile a tutte le fasce di reddito. In virtù di ciò per assumere GABA attraverso il cibo è meglio optare per uova, carne o legumi e abbinare una buona dose di attività fisica.
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Così facendo si ottiene lo stesso effetto spendendo molto meno. Al momento comunque nel vecchio continente non sembra esserci un’apertura in tal senso. Non è detto che in futuro lo scenario possa cambiare. D’altronde, secondo l’azienda produttrice tutto ciò che mangiamo è frutto di una selezione artificiale e questa pratica non è altro che una delle tecniche utilizzate.