Il bollo auto è una tassa che deve essere pagata per non rischiare che il Fisco prenda seri provvedimenti nei confronti dell’automobilista.
Tanti utenti hanno mal interpretato la decisione del Governo Draghi di cancellare il bollo auto. Soffermandosi ad una lettura superficiale della situazione, infatti, non è stato compreso che la cancellazione ha riguardato esclusivamente vecchie cartelle esattoriali risalenti al periodo 2000/2010. Lo stralcio è avvenuto automaticamente e, ora, la situazione è tornata alla normalità. Chi non procederà al pagamento della tassa automobilistica incorrerà in pesanti sanzioni. Alcuni furbetti tardano il pagamento sperando di raggiungere il termine di prescrizione ma è bene che tutti sappiano a cosa si andrebbe incontro qualora il Fisco accertasse il mancato pagamento.
Il bollo auto ha una scadenza da rispettare per il pagamento. La tassa automobilistica per i veicoli in circolazione dovrà essere corrisposta entro la fine del mese successivo al termine del pagamento del precedente bollo. Per i veicoli di nuova immatricolazione, invece, il versamento dovrà avvenire entro il mese in cui la macchina è stata immatricolata. Superando questa scadenza, la Regione – ente di competenza per il pagamento della tassa – non avvierà immediatamente i controlli e, di conseguenza, è possibile attuare il ravvedimento operoso per correggere l’errore o la dimenticanza. Questo comporterà il pagamento di una sanzione ridotta.
Nel caso arrivasse un avviso della Regione, l’automobilista dovrà necessariamente mettersi in regola corrispondendo la tassa entro la data scritta sull’avviso stesso pagando l’importo indicato. Circostanza diversa è l’arrivo di una cartella di pagamento predisposta dell’ente di riscossione.
La cartella di pagamento viene inviata all’automobilista che non ha pagato il bollo auto entro la scadenza da parte dell’ente di riscossione utilizzato dalla Regione per riscuotere i debiti. Le strade da seguire, in questo caso, sono due. La prima è versare entro i termini indicati la tassa e regolarizzare, così, la propria posizione con il Fisco. La seconda strada, invece, prevede l’avvio di un ricorso. Questo è possibile nel caso in cui il pagamento sia stato già effettuato (occorrerà mostrare la ricevuta per dimostrare la legittimità di quanto dichiarato) oppure qualora ci si accorga che sono passati i termini di prescrizione. A questo proposito è utile sapere che il bollo auto va in prescrizione dopo tre anni.
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La prescrizione del bollo auto è di tre anni. Ciò significa, per esempio, che la richiesta di pagamento per la tassa non pagata nel 2017 sarebbe dovuta arrivare entro il 31 dicembre 2020 per essere valida. Qualora arrivasse adesso non si dovrebbe corrispondere quanto dovuto tranne nel caso in cui l’ente di riscossione abbia inviato, nell’arco dei tre anni, un avviso di pagamento. Qui le cose cambiano. L’invio della notifica – ipotizziamo nel 2018 – interromperebbe la prescrizione e provocherebbe lo slittamento del termine di altri tre anni. Nell’esempio riportato, la prescrizione non sarebbe più il 31 dicembre 2020 ma il 31 dicembre 2023.