I percettori del reddito di cittadinanza possono ottenere un prestito utilizzando come garanzia il contributo finanziario erogato dall’INPS?
L’argomento che tratteremo oggi riguarda un aspetto importante del reddito di cittadinanza. La misura ideata dal Governo è volta a sostenere con un aiuto economico i soggetti che hanno entrate reddituali molto basse. Di conseguenza è possibile che i percettori del contributo finanziario possano trovarsi nell’impossibilità di poter affrontare una spesa improvvisa non avendo a disposizione la giusta liquidità. In tal caso è possibile avanzare richiesta di un prestito ad una banca o finanziaria utilizzando il reddito di cittadinanza come garanzia?
Le variabili in gioco nella richiesta di un prestito con reddito di cittadinanza a garanzia
Per poter comprendere quanto sia reale la possibilità di ottenere l’erogazione di un prestito percependo il reddito di cittadinanza occorre approfondire specifiche caratteristiche della misura stessa. Come accennato, il RdC è un’agevolazione decisa dal Governo ed erogata dall’INPS e ha come destinatari le fasce economicamente più deboli della popolazione. Nel momento in cui il beneficiario riuscisse a migliorare la propria posizione reddituale superando i limiti stabiliti per l’erogazione del contributo perderebbe il diritto alla riscossione del denaro.
Tale situazione potrebbe verificarsi qualora il soggetto trovasse un lavoro – iniziativa che viaggia accanto al reddito di cittadinanza – o riottenesse una vecchia occupazione. Da questa caratteristica della misura si evince come una banca o una finanziaria non possa considerare il RdC come garanzia, dato che potrebbe essere tolto dall’INPS in qualsiasi momento.
Leggi anche >>> Guida al mini prestito: come ottenere velocemente un piccolo importo
Altre caratteristiche dell’RdC contrarie al prestito
Continuiamo a conoscere le caratteristiche dell’RdC che influiscono – negativamente – sulla possibilità di richiesta di un finanziamento. Il contributo finanziario non può essere soggetto a pignoramento da parte di eventuali creditori. Ciò perché non ci sono chiare indicazioni da parte della disciplina che regola l’assegnazione del sussidio in merito ad un possibile pignoramento dei beni. Il riferimento si sposta, dunque, al Codice di Procedura Penale che stabilisce l’impossibilità di pignorare beni alimentari, agevolazioni agli ingenti, incentivi e sussidi di maternità. Questo elenco sembrerebbe comprendere anche il reddito di cittadinanza dato che è un’agevolazione per le fasce deboli dal punto di vita economico. Nessun creditore, dunque, accetterebbe la misura come garanzia dato che in caso di una situazione debitoria non potrebbe rivalersi su tale tipologia di reddito.
Studiate le caratteristiche del reddito di cittadinanza, l’ipotesi più plausibile è che poter richiedere un prestito utilizzando il contributo finanziario come garanzia è un sogno piuttosto che realtà.