Occhio agli effetti stagnazione. Tenere troppo denaro sul conto corrente comporta dei costi. Ma un investimento mirato potrebbe fare al caso nostro.
Non sono tempi facili per gli investitori, che siano piccoli o grandi. Il problema risiede nel momento storico stesso, tutt’altro che favorevole per mettere in gioco i propri risparmi. Succede, quindi, che i contribuenti vengano frenati da tale stato di cose, provocando l’effetto riflesso di una presenza fin troppo massiccia di denaro sui conti correnti e, quindi, un mancato rendimento. Situazione che, alla lunga, può provocare degli effetti alquanto deleteri, non solo per il correntista ma anche per il sistema finanziario in generale. Lasciare troppi soldi sul proprio conto, infatti, ha un costo. E nemmeno esiguo alla fine dei conti.
Per questo effettuare un investimento diventa fondamentale, così da muovere i propri soldi ed evitare gli effetti negativi della stagnazione. Senza contare che, con la crisi portata dalla pandemia, si sono manifestate delle condizioni ulteriori come il rialzo dell’inflazione e l’aumento delle spese complessive dovuto alle scorie del periodo di mancati guadagni. Tuttavia, non esistono solo forme di investimento rischiose. Gli stessi istituti di credito (le Poste incluse) mettono a disposizione una serie di possibilità a costo zero e con rendimenti sicuri. Una di queste, in particolare, attira l’attenzione dell’investitore medio.
L’investimento più sicuro: rendimenti fino al 2%
L’inflazione lavora ai fianchi il potere d’acquisto, incrementando il costo medio della spesa. Le giacenze in questo senso non aiutano. Tutt’altro. Il conto in banca viene lentamente ridotto dagli applicativi, sia in termini di costi di commissione che, nei casi più importanti (ad esempio con conti superiori a 100 mila euro), di vere e proprie tassazioni. Ecco perché, in questo quadro, è bene aguzzare gli occhi e le orecchie per cogliere le migliori opportunità di investimento per far fruttare i soldi e garantirsi un rendimento sicuro. Le obbligazioni, ad esempio, rientrano in quest’ottica anche perché, in alcune occasioni, si tratta di emissioni governative. In altre, invece, di corporate bond, quindi di società private.
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Chiaro che, rispetto a un titolo di Stato, un’obbligazione societaria abbia rischi maggiori. Tuttavia, garantiscono anche un rendimento più alto. Ad esempio, nelle ultime ore sono salite in modo progressivo ma netto le quotazioni di un’obbligazione della società Carraro (dedita al settore delle macchine agricole), potenzialmente interessante per chi cerca un rendimento del 2% annuo su un’orizzonte temporale di 5 anni almeno. Chiaramente, in relazione ai suddetti rischi, sempre meglio confrontarsi con un consulente della propria banca. Tuttavia, secondo Proiezionidiborsa.it, il bond al 2026 (Isin XS2215041513) emesso dalla società si presenta relativamente sicuro: si tratta di una cedola del 3,75% lordo con cadenza semestrale, con prezzo base di 103,8 centesimi. Acquistare il titolo ora e portarlo a scadenza frutterebbe un rendimento del 2,9% lordo annuo. Possibile ritirarlo in anticipo da settembre 2023 ma non al prezzo massimo.