L’insonnia è un disturbo del sonno che, se prolungato, influisce negativamente sulla vita quotidiana. In alcuni casi è previsto un risarcimento per i soggetti che ne soffrono. Vediamo quali sono.
Girarsi e rigirarsi nel letto, chiudere gli occhi e riaprirli subito dopo, la mente che continua a lavorare e lavorare senza fermarsi mai, guardare continuamente l’ora chiedendosi quando ci si addormenterà, questa è l’insonnia. Il disturbo del sonno se prolungato nel tempo causa diverse problematiche sia fisiche che mentali. Gli uomini sentono il bisogno fisiologico di dormire e dopo qualche notte di agonia il corpo comincia a risentirne. Se la problematica, poi, sussiste per mesi e mesi la situazione potrebbe diventare alquanto preoccupante. Spesso i motivi dell’insonnia sono totalmente personali e non imputabili a terzi ma in altri casi è possibile addirittura chiedere un risarcimento.
Quando l’insonnia porta ad un risarcimento
Preoccupazioni, disagi, paure, tristezza, le cause dell’insonnia sono varie e si possono combinare tra loro. La conseguenza è vivere una vita agitata, nervosa, in cui non ci si sente mai nel pieno delle forze per affrontare la giornata. L’ansia può derivare da questioni personali, da una mancanza di autostima o di fiducia in sé stessi oppure da litigi con il partner o con un amico o dal pensiero di problemi economici. In molti casi, poi, la difficoltà ad addormentarsi è legata allo stress portato a casa dal lavoro. Un’attività lavorativa sfiancante, orari lunghi o turni senza regole, possono essere alla base dell’insonnia. Se la frenesia è dovuta ad una nostra esigenza di dare sempre il massimo e di scalare velocemente fino ad arrivare alla vetta, la colpa della perdita del sonno è da imputare solo a noi stessi. In altri casi, invece, è l’ambiente di lavoro in sé a creare disagi. Ecco che si può chiedere il risarcimento per il danno provocato.
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Ambiente di lavoro e risarcimento
L’azienda ha il dovere di assicurare all’impiegato il benessere fisico, psichico ed emotivo. L’assegnazione eccessiva di compiti, il de-mansionamento, accuse di incompetenza, più in generale il mobbing, sono fattori che possono incidere negativamente sulla salute del dipendente e causare la temuta insonnia.
Riconoscersi in questa circostanza significa iniziare a compiere i passi per ottenere un risarcimento. Innanzitutto, il lavoratore dovrà ottenere un certificato medico in cui si attesti la sofferenza per mancanza di sonno imputabile all’ambiente lavorativo. Naturalmente occorrerà mostrare prove a sostegno della tesi. Abusi, orari massacranti, incarichi sfiancanti dovranno essere testimoniati e dovrà scattare una denuncia verso l’azienda stessa per poter richiedere un risarcimento.
In caso di usura lavorativa – turni infiniti, assenza di riposo settimanale – non ci sarà bisogno, invece, di mostrare alcuna prova dato che il fatto sarà preso come assodato. L’indennizzo partirà automaticamente dopo aver fatto presente la situazione alla Corte di Cassazione.