Nell’ambito della lotta all’evasione, il Fisco potrà accedere liberamente ai dati dei contribuenti, anche quelli più sensibili. Ecco cosa sta succedendo.
Il denaro non è garanzia di felicità, ma non si può negare come si riveli utile in tante circostanze. A partire dall’alimentazione fino ad arrivare alle bollette, in effetti, sono tante le volte in cui ci ritroviamo a mettere mano al portafoglio. Non stupisce pertanto il fatto che i soldi finiscano spesso al centro di discussioni, così come di controlli da parte delle varie istituzioni. In particolare, come risaputo, in presenza di movimenti sospetti, il Fisco si mette subito al lavoro pur di riuscire a individuare possibili reati di evasione fiscale.
Quest’ultima, d’altronde, si rivela essere una della maggiori piaghe della nostra società. Proprio per questo motivo si rivela necessario intervenire attraverso misure ad hoc. Ebbene, in tale contesto, non può passare inosservata un recente decreto che permetterà al Fisco di accedere liberamente ai dati dei contribuenti, in barba alla privacy. Ma cosa sta succedendo? Entriamo nei dettagli e scopriamolo assieme.
Privacy addio, decreto consente all’Agenzia delle Entrate di trattare in libertà i dati personali
In un periodo storico come quello attuale, in cui l’argomento privacy è sempre più al centro dell’attenzione, soprattutto a causa della stretta sul Green Pass, obbligatorio anche sul posto lavoro, non può passare inosservata la decisione di ampliare il raggio d’azione del Fisco.
In base a quanto previsto dall’articolo 9 del decreto legge 139/21, decreto legge capienze approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 7 ottobre e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 241 dell’8 ottobre 2021, infatti, l’Agenzia delle Entrate avrà la possibilità di trattare in piena libertà i dati personali dei contribuenti. Questo grazie ad un incrocio di tutti i dati sensibili degli italiani.
L’Agenzia delle entrate, o altri enti della pubblica amministrazione, quindi, potranno liberamente trattare tutte le informazioni riguardanti un determinato contribuente o addirittura intere categorie di contribuenti. Il tutto senza doversi interfacciare con il Garante della privacy. Considerando la grande quantità di enti e soggetti che avranno la possibilità di trattare queste informazioni, quindi, è facile capire come saranno in molti a poter accedere a dati sensibili.
Tra queste anche informazioni che di per sé non hanno alcuno utilità in termini di lotta all’evasione fiscale. Non resta quindi che attendere e vedere se verranno o meno adottati possibili accorgimenti al fine di contrastare l’evasione fiscale, senza tuttavia trascurare il diritto alla privacy di ogni cittadino.