Il raffronto con altri Paesi europei mostra come, in Italia, i costi della televisione pubblica siano inferiori. Tuttavia, il Canone Rai potrebbe subire qualche modifica.
L’aumento annunciato delle utenze è ormai prossimo. Le bollette in arrivo reciteranno senza possibilità di appello degli importi più elevati. E considerando che una di esse, quella relativa all’elettricità, includerà anche il Canone Rai nei mesi in cui verrà richiesto, viene quantomeno da chiedersi quale destino sarà riservato alla tassa più detestata dagli italiani. L’amministratore delegato del Gruppo Rai, Carlo Fuortes, ha recentemente fatto sapere che, in proporzione agli impegni della rete nazionale, i costi della tassa risultano incongrui. Il che, implicitamente, richiede l’impiego di nuove risorse per l’adeguamento di servizi e fruizioni in termini di rientro monetario.
Attualmente, il Canone Rai richiede un esborso pari a 90 euro. Un costo da accorpare a quelli relativi all’energia elettrica (che include anche la tassa sulla tv) e all’utilizzo del gas, in procinto di aumentare rispettivamente del 29,8% e del 14,4%. Aumento che, sul bilancio familiare, andrà a gravare in modo sensibile, non meno di 355 euro in più sugli esborsi annui. I rincari, tuttavia, almeno per ora non sembrano includere anche il Canone Rai. Ossia, il costo di 90 euro diviso in quote bimestrali non subirà variazioni.
Canone Rai, aumento coi rincari? Ecco cosa può accadere
Cosa aspettarsi, quindi, per il 2022? Una variazione in realtà potrebbe essere prevista, anche se più esattamente si tratterebbe di un ritorno al passato. La possibilità paventata, infatti, è quella di un ritorno al bollettino per il versamento della tassa, rivedendo quindi la regola introdotta nel 2016 di proporre l’importo all’interno della fattura per l’elettricità. Una disposizione mai troppo ben vista poiché, di fatto, dà per scontato il possesso di un televisore in casa in grado di offrire il servizio di tv satellitare. La mossa era stata comunque pensata in virtù di un contrasto all’evasione fiscale, problematica che l’attuale Governo ha annunciato di voler combattere attraverso precise strategie.
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L’unica situazione che potrebbe far pensare a un aumento è l’innalzamento della soglia negli altri Paesi. Anche in questo caso, però, si tratta di più che altro di un raffronto proposto dall’amministratore delegato Rai, facendo riferimento ai canoni sulla televisione pubblica applicati da altre Nazioni europee. Ad esempio, in Francia il costo si attesta a 138 euro annui, mentre in Svizzera addirittura a 312. Si sale anche in Germania (220) e Regno Unito (185). In Italia, per il momento, non se ne parla. Anche perché il rapporto fra tassa e italiani è già di per sé abbastanza complicato.