Il carico estremamente gravoso dei ruoli datati, potrebbe spingere il Governo a una Rottamazione quater su debiti più recenti.
La decisione di archiviare una parte dei debiti ritenuti inesigibili da parte del Governo, si inquadra su due ottiche differenti. Da un lato l’obiettivo è di snellire il carico dei magazzini della Riscossione, colmi di cartelle esattoriali ritenute ormai più un costo che un possibile rientro; dall’altro, sgravare i contribuenti da debiti pesanti che, qualora resistessero, costituirebbero un carico troppo gravoso, considerando la nuova immissione di cartelle. Su queste prerogative si era quindi articolato il taglio delle cartelle entro i 5 mila euro, comprese fra il 2000 e il 2010, e solo per contribuenti entro una certa soglia reddituale.
Il quadro, però, sarebbe anche più fosco. Secondo un report del Centro Studi di Unimpresa, il 78% dei ruoli inevasi risulta al di sotto dei 1.000 euro, per un totale di 178 milioni di pratiche che gravane sul debito totale per 56 miliardi di euro. Una cifra tutto sommato contenuta, considerando che sul totale complessivo di 343 miliardi, oltre il 34% derivano da debiti risalenti a più di 10 anni fa. Pretese che difficilmente verranno saldate. Per questo, nelle ultime settimane, prende sempre più piede l’ipotesi della Rottamazione Quater.
In pratica, ben 400 miliardi sui 999 attesi dalla Riscossione per accumulo nel 2020, sarebbero da considerare pressoché persi. Sia per le condizioni di indigenza della maggior parte dei debitori interessati, sia per l’ormai lunga giacenza negli archivi, la quale renderebbe necessario un impiego ingente di risorse pubbliche per le operazioni di riscossione. Se si tiene presente che il Fisco, tendenzialmente, recupererebbe solo poco più della metà dei debiti (e oltre 133 miliardi riguardano persone decedute o aziende fallite), i ruoli inferiori a 1.000 euro finiscono per essere un costo più per lo Stato che per il contribuente.
Un nuovo stralcio delle cartelle, nel quadro di una Rottamazione quater, apparirebbe quindi una soluzione sensata. Lo stesso ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha annunciato la direzione presa dal Governo davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato. Da capire quanto confluirebbe in Manovra per il nuovo stralcio. Probabilmente, però, andrebbe a interessare sia l’anno 2018 che 2019, ovvero nell’immediato periodo pre-Covid. In sostanza, l’obiettivo è rimettere in paro i conti. Per poi riaprire il rapporto Fisco-contribuente sulla base di un’archiviazione dei debiti pregressi e ormai praticamente inesigibile. Al momento, secondo le previsioni dell’Agenzia delle Entrate, sarebbero interessati almeno 18 milioni di contribuenti, perlopiù persone fisiche. Resta anche l’ipotesi del differimento nell’invio dei nuovi ruoli, ovvero quelli soggetti alla proroga dell’emergenza Covid. Potrebbe quindi essere presa in considerazione una rateizzazione ulteriore con eliminazione di sanzioni e interessi.