Un’indagine di Altroconsumo inquadra i supermercati meno dispendiosi d’Italia. Primeggia il Centro-Nord, mentre a Sud vige la poca concorrenza.
Centoventicinque categorie merceologiche, fra prodotti alimentari e per la cura della casa, analizzati per capire in quali supermercati è meglio andare a comprarli. Un’indagine efficace quella di Altroconsumo, volta non tanto a indicare quali punti vendita risultino effettivamente più convenienti per la nostra spesa, quanto piuttosto quali siano le zone del nostro Paese più fortunate in termini di risparmio. Sì, perché l’intento dell’associazione era quello di categorizzare lo Stivale, andando a inquadrare contesti e ragioni che determinano un esborso minore.
Ben 1.148 i supermercati presi in esame, dislocati in 70 città su tutta la Penisola. Questo partendo da un dato preciso, fornito dall’Istat: 6.853 euro l’anno circa vengono spesi dagli italiani per la loro spesa. Il primo risultato è abbastanza intuitivo: il risparmio va meglio nei discount, Eurospin in testa. Supermercati e ipermercati non sono comunque da meno: la fila la guida Famila, mentre tra i privati primeggia Conad con i suoi vari prodotti. Fanalino di coda, invece, è Esselunga.
Ma i freddi numeri non sono tutto. Ogni contesto ha le sue prerogative, le sue chiavi per far sì che si determinino le condizioni giuste per il risparmio. Ad esempio, per quanto riguarda le città, è Rovigo a guadagnarsi la palma di campionessa del risparmio. Esattamente con i suoi supermercati Rossetto, seguiti dall’Emisfero di Vicenza. Bologna e Ravenna, invece, accolgono i supermercati più dispendiosi, ovvero i Sigma, seguiti da tre Elite e Doc di Roma e da un Unes di Pavia. Rispetto ai punti vendita più convenienti d’Italia, l’incremento dei prezzi è pari al 33%. Lo scalino è sensibile: a Rovigo, infatti, si risparmia non meno di 1.720 euro l’anno per la spesa. Solo poco più giù Reggio Emilia e Modena, con un risparmio medio di 1.523 euro l’anno.
Poche le città del Centro-Sud in lista. E la ragione è semplice: la poca concorrenza. Fra le città esaminate, fra le quali Potenza, Pesaro, Pistoia, Sassari, Reggio Calabria e Foggia, il risparmio non supera la percentuale del 2%. Questo significa che i clienti non vivono tanto una questione di fidelizzazione, quanto più una condizione di poca scelta. In pratica, a fronte di poca concorrenza, il supermercato può permettersi di mantenere più alto il livello dei prezzi.