Svolta epocale per quanto concerne la vendita di frutta e verdura nei contenitori di plastica. Un importante provvedimento potrebbe aprire a nuovi interessanti scenari
L’abolizione della plastica è un obiettivo comune per tutta la popolazione mondiale. In qualsiasi contesto si sta cercando di eliminarla in favore di materiali ecosostenibili. Una battaglia lunga che inizia a dare qualche minimo risultato.
A breve però è prevista una svolta che potrebbe dare il via ad un processo di fondamentale importanza, che potrebbe consentire di lasciarsi definitivamente alle spalle la plastica in alcuni contesti quotidiani.
La Spagna infatti dal 2023 ha deciso che nei supermercati sparsi per l’intera nazione, non saranno più utilizzabili i sacchetti di plastica per la frutta e la verdura. Un principio che sarà valido per ogni genere di negozio, piccolo o grande che sia.
Il Ministero della Transizione Ecologica spagnolo sta seriamente lavorando ad un decreto che ha come finalità quello di vendere i prodotti freschi sfusi. I clienti potranno portarsi da casa i contenitori in modo tale da non accumularne altri, soprattutto di plastica.
Ciò è in linea con la direttiva europea SUP e con ciò che accadrà in Francia già a partire dal 2022. Tra gli altri provvedimenti c’è quello di installare delle fontanelle di acqua potabile all’interno degli spazi pubblici e dovranno essere varate delle alternative alle vendita di bevande confezionate. La “guerra” è aperta anche ai bicchieri di plastica monouso, sempre più diffusi negli eventi pubblici, a maggior ragione dopo l’arrivo del covid.
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In Spagna sono ben consapevoli dell’inquinamento causato dalla plastica, che a detta degli organi governativi ha “già superato ogni limite”, ragion per cui è necessario un cambio di rotta.
L’ambizioso traguardo è quello di ridurre del 50% la vendite di bottiglie di plastica entro il 2030 e di vendere ai ristoranti e ai settori affini almeno il 50% degli imballaggi in materiali riciclabili entro il 2025.
L’auspicio è che l’esempio iberico possa essere seguito anche da altri paesi e magari anche dall’Italia che sotto questo punto di vista, è ancora piuttosto indietro.