Il Green Pass è pronto a essere immesso come requisito indispensabile per lavorare. Ecco come funzioneranno i controlli e cosa rischiano i trasgressori.
Sarà una data importante quella del 15 ottobre 2021. Autunno pieno, attività lavorativa già riavviata dopo la pausa estiva e un obbligo pronto a essere attivato. Uno di quelli che cambierà radicalmente il modus operandi e vivendi dei lavoratori italiani. Il settore pubblico come quello privato sarà infatti interessato dalla novità assoluta del Green Pass, nato come strumento per garantire gli spostamenti come riprova della vaccinazione e, ora, indispensabile per lavorare. Circa 23 milioni di lavoratori dovranno averlo con sé, per vaccinazione effettuata o per tampone svolto non oltre 48 ore prima.
Un bell’esame per il nostro Paese. Anche perché, se inizialmente l’obbligo vigeva per alcune determinate categorie, ora è stato esteso praticamente a tutti i lavoratori, inclusi quelli richiamati dall’attività di smart working. Chiaro che accorpare un insieme così vasto di settori e legiferare in materia disciplinando obblighi e diritti, lascia il posto a qualche dubbio e perplessità. L’introduzione dell’obbligo generalizzato, infatti, non ha sciolto le riserve sulle conseguenze che il mancato rispetto delle disposizioni potrebbe comportare. Nella categoria dei dubbi da sciogliere rientrano anche i controlli.
L’esame del Green Pass: la vigilanza sul pubblico e sul privato
Al momento si ragiona sulle disposizioni in materia. I datori di lavoro privati dovranno adoperarsi in queste due settimane per organizzare i controlli da fare. I quali, come richiede il Decreto 127/2021, dovranno essere svolti preventivamente e all’ingresso dei lavoratori. La verifica del Green Pass dovrà essere eseguita ogni giorno, senza però tenere un registro che comprovi vaccinazioni o tamponi, così come le scadenze delle certificazioni. Questo per ragioni di privacy. Inoltre, le aziende fino a 15 dipendenti avranno la facoltà di sospendere i lavoratori al quinto giorno di assenza per ragioni di Green Pass. Sospensione non prevista, invece, negli altri settori del lavoro privato.
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Non è ancora del tutto chiaro se la sospensione possa diventare legittima solo in caso di sostituzione. A ogni modo, evitare di sottoporre i propri dipendenti a controllo potrebbe essere un cattivo affare anche per i datori di lavoro. Questi ultimi, infatti, rischiano una sanzione fino a 400 mila euro in caso omettessero di vigilare e verificare. Il Governo ha fatto sapere che le aziende che effettueranno verifiche a campione sui dipendenti (fra quelle previste dalla legge) non incorreranno in sanzioni. Questo nel caso in cui dovessero essere svolti degli accertamenti da parte dell’autorità, a condizione che le verifiche siano state effettuate nel rispetto dei modelli organizzativi previsti dal decreto. Per quel che riguarda gli autonomi, l’accesso a una sede di lavoro sarà filtrato attraverso il controllo del Green Pass. Per situazioni come quelle dei rider e dei tassisti, occorreranno ulteriori indicazioni.