Caro bollette, l’ombrello prima del diluvio: il piano anti-rincaro del Governo

Un aumento del 40% sulle bollette significherebbe una stangata epocale. Il Governo lavora al taglio già dal prossimo trimestre. Una mossa da 3 miliardi.

Bollette contatore aumento
Foto © AdobeStock

Forse arriverà prima l’ombrello della pioggia. Il rincaro delle bollette legate alle utenze (luce e gas) è lo spauracchio principale per l’autunno delle famiglie italiane, diventato terrore vero e proprio quando si è capito che l’aumento sarebbe stato pari al 40%. Dopo, peraltro, averne già subito uno del 20% rispetto all’anno precedente. Una stangata he, vista la situazione, significherebbe un ulteriore aggravio sulle spese domestiche e, di rimando, sulle condizioni economiche generali delle famiglie italiane. Uno scenario decisamente inquietante.

A ogni modo, nella consapevolezza di una batosta difficilmente assorbibile per le casse dei nuclei familiari del nostro Paese, il Governo pare si stia muovendo in direzione dei cittadini, lavorando a un taglio immediato delle bollette già a partire dal prossimo trimestre. A riferirlo, in un intervento su Radio1, il ministro della Transazione ecologica, Stefano Cingolani, secondo il quale si starebbe preparando una sforbiciata da ben 3 miliardi di euro. Una misura ad hoc per un risparmio mirato sulle bollette, soprattutto su quella del gas. L’80% degli aumenti arriveranno da lì.

Rincaro sulle bollette, il piano del Governo per il taglio

Secondo Cingolani, il primo obiettivo sarà “mitigare il trimestre”, per poi “mettere in piedi un intervento strutturale”. E sui 3 miliardi di piano, il ministro ha spiegato che si agirà nell’immediato. Anche se “bisogna ragionare su come viene costruita la bolletta e qui va un po’ riscritto il metodo di calcolo”. Inizialmente si parlava di un taglio dell’Iva ma, molto probabilmente, non sarà quella la strada. Si dovrebbe procedere, invece, allo stop degli oneri di sistema. Si era parlato anche di un “modello spagnolo”, ovvero una serie di interventi di riduzione del costo delle utenze tramite decurtazione dell’imposta sull’elettricità dal 5,1% allo 0,5%. Una strategia a quanto pare impraticabile in Italia, soprattutto per la differente corposità del comparto industriale.

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L’ipotesi sarebbe l’abbassamento degli oneri impropri, ovvero quelli che non c’entrano direttamente con le bollette. O, più in generale, con l’energia consumata. Si tratta di circa il 10% di aggravio sulle fatture che gli italiani ricevono mensilmente. Un campo di intervento sul quale si potrebbe agire, se non subito quantomeno nei prossimi mesi. Del resto, come spiega il segretario confederale Cgil, Emilio Miceli, “l’energia non è un bene di lusso e non può aumentare del 40%. Deve esserci un limite”. Per ora non c’è ma forse ci sarà di qui a breve.

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