Professionisti attenzione, l’INPS richiede i contributi omessi in relazione ai redditi del 2015 riguardanti i mancati versamenti alla Gestione Separata.
La verifica delle dichiarazioni dei redditi del 2016 relativi all’anno 2015 è stata ultimata. I professionisti che non hanno compilato il quadro RR della contribuzione destinata alla Gestione Separata e non hanno versato i contributi dovranno procedere con il pagamento dei contributi omessi. Ingegneri e avvocati in primis sono chiamati a mettersi in regola a conclusione dell’operazione chiamata Poseidone.
L’Operazione Poseidone si ripete ad intervalli regolari dal 2010 e ha l’obiettivo di identificare coloro che hanno omesso il pagamento dei contributi alla Gestione Separata da corrispondere in quanto liberi professionisti. I dati si ottengono incrociando i dati delle banche INPS con le informazioni che possiede l’Agenzia delle Entrate. I controlli riguardano la natura del reddito dichiarato e l’eventuale mancata contribuzione alle casse previdenziali. Accertato il debito, l’ente invia l’avviso di accertamento per il professionista.
L’Operazione Poseidone relativa alle omissioni del 2015 si è appena conclusa e le comunicazioni sono state inviate. La richiesta è di coprire al più presto il debito qualora la sezione RR non sia stata compilata e i versamenti dei contributi non siano stati effettuati.
La richiesta dell’INPS è chiara e rivolta a tutti i professionisti in debito. Chi ha omesso il pagamento dei contributi nel 2015 dovrà corrisponderli ora insieme al pagamento di una sanzione del 30%. Il danno maggiore lo subiranno avvocati e ingegneri, esenti inizialmente dal pagamento dei contributi alla Gestione Separata per il biennio 2015/2016. La Giurisprudenza ha successivamente cambiato le carte in tavola obbligando all’iscrizione e al versamento dei contributi presso le casse previdenziali se non si contribuisce alla cassa professionale.
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I liberi professionisti riceveranno una comunicazione dall’INPS in cui verranno indicati quantitativamente i contributi omessi – e dunque dovuti – completi dell’ammontare delle sanzioni applicate. Trattandosi di evasione è previsto un range di sanzioni compreso tra il 30% fino al 60% della contribuzione non effettuata.
Tanti professionisti procederanno impugnando la decisione dell’ente contestandola apportando a sostegno della propria tesi la non obbligatorietà nel 2015 al versamento dei contributi alla Gestione Separata o alla cassa professionale per esercitare l’attività. L’INPS si è già espressa in tal senso dicendo che ogni situazione verrà esaminata e circostanziata in base a quanto afferma la Legge italiana. Le ultime sentenze della Corte di Cassazione non sono state a favore dei professionisti e, di conseguenza, in tanti temono di dover pagare i contributi omessi.