Con una giacenza di 1.500 miliardi complessivi, i conti correnti degli italiani diventano facilmente “attaccabili”. Ecco come difendere i soldi.
Non è ancora una misura strutturata ma la possibilità di una patrimoniale non è nemmeno stata esclusa a priori. Del resto, le previsioni di crescita (anche a lungo termine) incappano sempre in qualche frenata. Non sarà facile uscire dal periodo della crisi, improvvisa, inattesa e con risvolti pesantissimi. Una recessione che ha colpito al cuore, per certi versi in modo anche più netto rispetto al 2008, rendendo il futuro dell’Italia colmo più di incognite che di buoni auspici. Ecco perché, in questo quadro, niente può essere escluso. Nemmeno delle mine vaganti per i nostri soldi.
Patrimoniali, prelievi forzosi… gli strumenti potenzialmente in grado di mettere in pericolo i nostri risparmi ci sono, anche se per certi versi alcuni di questi sono già applicati. Basti pensare alle commissioni applicate sui conti correnti superiori a 5 mila euro. Nel gergo tecnico si parla di imposta di bollo e, come avviene per l’Imu sulla seconda casa, si tratta di tassazioni piuttosto semplici da applicare. Forse il conto corrente più dell’immobile.
Spettro patrimoniale: cosa fare per mettere al sicuro i soldi
La ragione dell’esposizione del conto corrente al fuoco della tassazione è semplice. Durante il periodo più duro della pandemia e anche adesso, il trend al risparmio degli italiani è stato sensibile, tanto da aver provocato una giacenza media di 1.500 miliardi mettendo da parte anche le più basilari forme di investimento. Al momento, l’unico vero pericolo è quello dell’imposta di bollo (o della chiusura per i conti superiori a 100 mila euro) ma non è fuori luogo immaginare qualche altra misura. Ecco perché ridurre il peso del denaro giacente sul conto può essere una buona soluzione, magari utilizzando altri strumenti di depositi (come i buoni postali, in grado di generare anche degli interessi).
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La soluzione migliore per proteggere i soldi, quindi, è non tenerli fermi per non rivivere incubi come quello del 1992, quando fu disposta l’ultima vera patrimoniale. Anche i Titoli di Stato rappresentano un’ottima alternativa, magari un’obbligazione governativa con durata residua di poco conto, giusto il tempo di mettere al riparo il denaro. Ad esempio, un Buono del Tesoro Poliennale, con scadenza a metà 2021, ma anche nel 2022, come ad esempio il Btp agosto. Senza contare le forme di investimento su più scadenze, come un terzo su un titolo rimborsato nel 2022, oppure il Btp con rimborso a maggio 2023. Una chiacchierata con un consulente del proprio istituto di credito può essere d’aiuto.