Prestate attenzione alle transazioni su conto corrente con amici e parenti. Entriamo nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Il denaro non garantisce la felicità, ma aiuta, senz’ombra di dubbio, a risolvere un bel po’ di problemi. A partire dal cibo fino ad arrivare alle bollette, d’altronde, sono davvero tante le spese da dover affrontare. Se tutto questo non bastasse, l’impatto del Covid sull’economia ha contribuito ad aumentare lo stato di incertezza, che spinge sempre più persone a prestare una maggiore attenzione al mondo del risparmio.
Sempre più famiglie, pertanto, decidono di tenere i propri soldi fermi sul conto corrente, finendo in alcuni casi per attirare l’attenzione del Fisco. In particolare, in presenza di movimenti sospetti, l’Agenzia delle Entrate può decidere di effettuare degli accertamenti, rivolgendo la propria attenzione a transazioni apparentemente poco chiare. Ma cosa succede in presenza di movimenti con amici e parenti? Entriamo nei dettagli e vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Come già detto, spesso i soldi del conto corrente finiscono per attirare l’attenzione del governo. Non parliamo, soltanto, della tanto temuta patrimoniale, ma anche della necessità di combattere l’evasione fiscale. Proprio in tale contesto si inseriscono i controlli del Fisco, che scattano, in genere, in presenza di alcuni movimenti sospetti.
Tra questi, ad esempio, i bonifici tra marito e moglie, soprattutto in presenza di flussi di denaro particolarmente cospicui e se uno dei due coniugi non possiede fonte di reddito. Una situazione che potrebbe portare a pensare allo svolgimento di possibili attività in nero. A tal proposito è bene sapere che, in base a quanto previsto da una recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione, il Fisco può estendere l’accertamento fiscale anche nei confronti del coniuge.
Allo stesso tempo è sempre bene ricordare che il proprio conto corrente è sotto controllo, con gli istituti di credito che registrano le movimentazioni in entrata e in uscita, per poi trasmettere tali informazioni all’Agenzia delle Entrate attraverso l’Anagrafe dei rapporti finanziari. Se un dipendente dichiara 35 mila euro l’anno e sul conto risultano risparmi per 70 mila euro, ad esempio, non può non attirare l’interesse del Fisco.
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Proprio per questo motivo, onde evitare spiacevoli inconvenienti, è sempre bene riuscire a dimostrare la fonte delle proprie entrate. In caso di transazioni con amici e parenti, ad esempio, si consiglia di redigere una scrittura privata, ovvero un accordo sottoscritto e munito di data certa o registrato all’Agenzia delle Entrate. Solo in questo modo è possibile dimostrare la provenienza lecita del denaro e liberarsi dalla presunzione di evasione fiscale.