Lo spettro del pignoramento può essere aggirato ma non evitato per sempre. Di strumenti a disposizione, infatti, ce ne sono anche per i creditori.
Lo spettro del pignoramento può manifestarsi in ogni momento qualora si contragga un debito particolarmente pesante. E, naturalmente, protratto per tempistiche piuttosto lunghe. Una situazione che spesso diventa inevitabile, qualora non vi siano ulteriori appigli per riuscire a ripianare la pendenza e risparmiare i propri averi. A ogni modo, nemmeno il pignoramento può spingersi troppo oltre. E ci sono persino delle situazioni in cui tale provvedimento non può essere esercitato, per particolari casi di indigenza o per altre ragioni legate al debitore.
Per farla semplice, dimostrarsi nullatenenti può tenere al riparo dall’incubo del pignoramento. Ovvero, attestare di non possedere nulla renderebbe vana una disposizione simile da parte dell’ufficiale giudiziario, in quanto non vi sarebbe nulla di concreto al quale appellarsi. Resta comunque il fatto che, come tutte le soluzioni “particolari”, anche in questo caso esistano delle controindicazioni. Ad esempio, vendere una casa poco prima della notifica di un atto non mette al riparo da possibili conseguenze.
Pignoramento: i rischi corsi se si tenta di evitarlo
Esiste un procedimento che consente di bloccare una vendita di questo tipo, qualora emergano chiari sospetti che sia volta a evitare un pignoramento. Si tratta dell’azione revocatoria, messa a disposizione dei creditori per evitare di restare beffati da una manovra dell’ultimo minuto. Senza contare che lo stesso creditore può decidere di non mandare in prescrizione il credito, facendo sì che il “nullatenente” non possa rivedere la propria situazione anche per molto tempo. Una soluzione più sensata potrebbe essere quella del comodato d’uso, ovvero la cessione di una proprietà al debitore in questi termini.
LEGGI ANCHE >>> Pignoramento conto corrente: tutti i passaggi che portano al prelievo forzoso
Il comodato d’uso, contrariamente all’usufrutto, non è pignorabile. E questo metterebbe al riparo un soggetto sensibile dal vedersi sottratte le proprietà, siano un’auto o una casa. Chiaramente, non possedere proprietà di per sé non basta. Chi risulta “nullatenente”, infatti, non possiede nemmeno conti correnti bancari o postali. Dal lato del creditore, la questione può essere risolta semplicemente verificando presso l’anagrafe dei conti correnti o quella tributaria. Con un semplice titolo di credito, colui che esige può tranquillamente accedere a entrambe le banche dati.