Ogni contribuente può rinunciare all’eredità senza incorrere in obblighi fiscali. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione e il Fisco non può opporsi.
Il contribuente che rinuncia all’eredità non ha obblighi fiscali. Indipendentemente che si tratti di un erede successibile ex lege o che ha già presentato una dichiarazione di successione. Le suddette condizioni non costituiscono accettazione definitiva dell’eredità perciò possono sempre rinunciarvi. E’ la Corte di Cassazione ha parlare e porre fine al dubbio in una sentenza dello scorso 22 luglio.
La sentenza della Corte di Cassazione sull’eredità e gli obblighi fiscali
I giudici della Corte suprema affidandosi a sentenze precedenti della Cassazioni hanno asserito che l’erede rinunciando all’eredità non ha alcun obbligo fiscale, “non risponde dei debiti tributari del de cuius” neanche nel periodo trascorso tra l’apertura della successione e il momento della rinuncia. Non costituisce accettazione essere successibili ex lege né aver presentato la dichiarazione di successione.
La rinuncia, infatti, ha effetto retroattivo come scritto nell’articolo 521 del codice civile e, di conseguenza, fa cadere ogni obbligo fiscale. L’Agenzia delle Entrate, dunque, non vince il ricorso presentato per far rientrare la rinuncia all’eredità tra i fini fiscali fino ai 10 anni, data di decorso del termine di prescrizione.
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Il tentativo del Fisco finito male
L’Agenzia delle Entrate ha provato a recuperare IVA, IRES e IRAP della società del de cuius con un ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale. La Corte ha ascoltato, invece, le obiezioni dell’erede che ha presentato ufficialmente la richiesta di rinuncia all’eredità. Rinunciando al lascito del parente, il soggetto non può essere considerato un erede su cui rivalersi.
Il Fisco non ha convinto la Commissione portando a sostegno le sue argomentazioni basate sull’obbligo per l’erede di non opporsi ai fini fiscali dato che il termine di prescrizione di 10 anni non era ancora decorso. La Cassazione ha voluto sottolineare i diritti del contribuente nella rinuncia dell’eredità sottolineando nella sentenza i vantaggi di cui già gode l’Agenzia delle Entrate (impugnazione della rinuncia e richiesta della nomina di un curatore dell’eredità giacente) al riguardo.
La sentenza, dunque, parla chiaro. L’erede non deve pagare i debiti del de cuius. E’ uno dei rari casi in cui le colpe dei padri non ricadono sui figli.