Tutti i conti correnti finiscono sotto la lente di ingrandimento del Fisco, con alcuni movimenti che possono, in alcuni casi, far scattare i controlli. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo di quali si tratta.
I soldi non garantiscono la felicità, ma aiutano, indubbiamente, a risolvere un bel po’ di problemi. A partire dalla spesa settimanale, passando per le bollette, fino ad arrivare alle varie necessità quotidiane, d’altronde, sono davvero tante le volte in cui ci ritroviamo a dover mettere le mani nel portafoglio. Se tutto questo non bastasse l’impatto del coronavirus sull’economia ha portato a dover fare i conti con un clima all’insegna dell’incertezza, che porta sempre più famiglie a volgere un occhio di riguardo al mondo del risparmio. In questo modo, infatti, è possibile avere sempre qualche euro in più a disposizione in caso di necessità.
Una situazione che finisce, inevitabilmente, per attirare l’attenzione degli stessi istituti di credito, che si ritrovano alle prese con dei costi di gestione più elevati. Ma non solo, a prestare particolare attenzione ai conti corrente è anche il governo. Non si tratta, soltanto, della tanto temuta patrimoniale, ma anche della necessità di combattere l’evasione fiscale. Proprio in tale ambito si inseriscono i controlli dell’Agenzia delle Entrate, che scattano, in genere, in presenza di alcuni movimenti sospetti. Ma di quali si tratta? Entriamo nei dettagli e vediamo quali transazioni finiscono sotto la lente di ingrandimento del Fisco.
Conto corrente, attenti ai movimenti che fanno scattare i controlli del Fisco: cosa c’è da sapere
Prima o poi tutti quanti ci ritroviamo ad effettuare dei movimenti sul conto corrente. Delle operazioni di per sé semplici, che possono, alcuni casi, far scattare i controlli da parte del Fisco. In particolare bisogna sapere che a finire sotto la lente di ingrandimento sono i grandi flussi di capitali, soprattutto se destinati all’estero.
Ma non solo, a far scattare il campanello d’allarme sono i bonifici senza un’apposita giustificazione. Stesso discorso vale per i versamenti di denaro contante sul conto corrente. In questo caso, infatti, il contribuente deve provvedere a giustificare la provenienza del denaro, in modo tale da stabilire se derivante da fonte esente o, ancora non tassabile, ritenuta alla fonte regolamentato dall’articolo 23 del D.P.R. n.600 del 1973.
A destare l’attenzione del Fisco, inoltre, sono anche i bonifici tra marito e moglie, in presenza di flussi di denaro particolarmente cospicui e soprattutto se uno dei due coniugi non possiede fonte di reddito. Una situazione che potrebbe portare a pensare allo svolgimento di possibili attività in nero.