Assegno unico figli a carico e reddito di cittadinanza sono misure volute dalle istituzioni per aiutare economicamente i nuclei familiari aventi diritto. Possono combinarsi tra loro?
Se ne è parlato molto negli scorsi mesi e settimane, e presumibilmente si continuerà a farlo. In effetti l’assegno unico figli è una grande novità in tema di politiche per le famiglie. Abbiamo innanzi un solo strumento, onnicomprensivo, a sostegno economico dei nuclei familiari, il quale sostituisce tutti i bonus versati fino al primo luglio 2021. L’attuale Esecutivo intende razionalizzare il quadro dei sussidi e delle prestazioni a favore delle famiglie con prole, proprio attraverso questo nuovo contributo.
Da evidenziare subito è che l’assegno unico figli può essere assegnato anche a coloro i quali lavorano in maniera autonoma, a differenza del contesto pre-introduzione dell’assegno stesso. Insomma, in tema di assegno unico figli le novità non mancano, e rilevano anche in rapporto alla distinta misura di sostegno denominata ‘reddito di cittadinanza‘.
Ecco perchè appare opportuno occuparci di seguito del nuovo assegno unico figli e di alcuni argomenti strettamente connessi a quest’ultimo. Anticipando altresì che la dichiarazione Isee sarà necessaria soltanto per individuare l’esatto importo, non per conseguire o meno il diritto all’assegnazione del sussidio.
Assegno unico figli: di che si tratta?
L’assegno unico figli non è soltanto ‘unico’ perchè in sè contiene tutti i precedenti bonus famiglia, di fatto accorpandoli, ma è anche e soprattutto universale, cioè è rivolto in generale alla collettività. Questo contributo risponde a delle precise esigenze, ben note all’Esecutivo guidato da Mario Draghi, ed ancora più evidenti dopo le conseguenze prodotte dalla pandemia, anche sul piano economico.
Per dare una definizione di questo strumento, utile a capire il perchè è stato introdotto, si può fare riferimento alle parole usate proprio dall’ex banchiere centrale, per cui l’assegno unico figli consiste “nello strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno delle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino ad oggi vigenti“.
In buona sostanza, una sola misura le raggruppa tutte. Abbiamo così innanzi una misura di supporto ai genitori, versata al posto di altre agevolazioni come, ad esempio, gli assegni familiari o quelli comunali per le famiglie numerose e le detrazioni a carico; il bonus bebè; il premio alla nascita. Il trattamento in oggetto rientra nelle previsioni di cui al Family Act, ossia la legge delega approvata l’11 giugno 2020 dal Consiglio dei ministri. La finalità, oltre che quella di sostenere economicamente le famiglie, è anche quella di favorire le nuove nascite.
In particolare, l’assegno unico figli è riconosciuto dal settimo mese di gravidanza alle famiglie con figli a carico fino ai 21 anni, con un importo però inferiore a partire dal diciottesimo anno di età.
Assegno unico figli: caratteristiche chiave
Vi è altresì da ricordare che dalla maggiore età è possibile ottenere il versamento dell’assegno direttamente al figlio. Attenzione però: l’assegno è riconosciuto anche dopo i 21 anni in caso di figli disabili a carico. Per essi è anzi disposta una maggiorazione in rapporto al grado di disabilità.
L’importo non è fisso, ma varia da un minimo di 80 ad un massimo di 250 euro al mese per ciascun figlio, in base alla situazione Isee del nucleo familiare. In ipotesi di figlia o figlio dopo il secondo, l’importo dell’assegno universale cresce del 20%.
In effetti, non tutti, a livello politico, si sono trovati d’accordo sulle caratteristiche del nuovo assegno unico figli. C’è per esempio chi ha polemizzato in quanto gli importi potrebbero essere inferiori rispetto a quelli già incassati con le agevolazioni anteriori. Ancora, si sono aggiunte le analisi Istat, per le quali l’assegno unico figli andrebbe a penalizzare circa il 30% delle famiglie residenti in Italia. Ma per il momento queste sono le regole valevoli, salvo modifiche e/o integrazioni.
E’ anche vero tuttavia che nelle norme in materia ve n’è una che è orientata proprio a coprire eventuali squilibri di trattamento, che emergono dall’applicazione delle nuove regole. Ci riferiamo alla regola che comporta una integrazione compensativa per assicurare che l’assegno non sia comunque al di sotto del trattamento complessivo già goduto dal nucleo familiare.
Assegno unico figli: requisiti e destinatari
In molti potranno domandarsi se questo assegno unico figli è davvero universale. Ebbene, vero è che potenzialmente è assegnabile a tutti, ma occhio ad avere i requisiti richiesti dalla normativa in materia. Vediamoli in sintesi qui di seguito:
- cittadinanza italiana o di uno Stato membro UE o un familiare con diritto di soggiorno permanente;
- cittadinanza di uno Stato non comunitario con permesso di soggiorno UE di lungo periodo o per ragione di lavoro o di ricerca per almeno 12 mesi;
- obbligo di versare l’Irpef nel nostro paese;
- residenza e domicilio con figli a carico in Italia per l’intera durata del beneficio in oggetto;
- residenza in Italia per almeno un biennio, anche non continuativo o titolarità di un rapporto di lavoro di almeno 24 mesi.
Vediamo invece di seguito chi sono i destinatari dell’assegno unico figli a carico. Ebbene possono fare domanda, ed eventualmente ottenerlo, tutte le famiglie, senza che rilevi la loro fonte di reddito. In altre parole, possono conseguire l’assegno unico figli i lavoratori dipendenti; gli autonomi o gli incapienti.
Giova ribadire che detto sussidio è versato, per ciascun figlio, partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento della maggiore età. Mentre, fino ai 21 anni, i destinatari avranno diritto ad una cifra inferiore ma alle seguenti condizioni, inerenti il figlio:
- iscrizione all’università;
- partecipazione ad un tirocinio;
- iscrizione ad un corso professionale;
- svolgimento del servizio civile;
- svolgimento di un lavoro a basso reddito.
Quindi se sulla carta l’assegno unico figli è universale, in concreto vi sono alcuni vincoli che occorre rispettare per incassarlo.
Come si fa domanda per l’assegno unico figli?
Tutti gli interessati ed aventi i requisiti per l’assegnazione del bonus in oggetto, possono fare domanda fino al 31 dicembre 2021. La nuova misura è in vigore dal primo luglio scorso e attiene, anche e soprattutto, a tutti coloro che non hanno diritto all’assegno per il nucleo familiare (ANF). Vale a dire: lavoratori autonomi, disoccupati, coltivatori diretti e, come appena detto, i nuclei familiari che non hanno i requisiti necessari per avere diritto all’ANF.
La domanda deve essere fatta all’Inps per via telematica sfruttando i canali già noti; ci riferiamo a Spid, Carta di identità elettronica 3.0 (CIE), Carta nazionale dei servizi (CNS), Contact Center Integrato. Anche i patronati potranno essere utili allo scopo di inoltrare la richiesta. E molta attenzione va prestata al fattore tempo, giacchè per le domande presentate entro il 30 settembre sono riconosciuti anche gli arretrati dal primo luglio.
L’iter di presentazione della domanda per l’assegno unico non è di certo complesso: è sufficiente inserire il codice fiscale dei figli minori e l’Iban su cui immettere le somme, oltre ad avere un ISEE corrente (che non va allegato). Il pagamento sarà compiuto con accredito su c/c; bonifico domiciliato; carta di pagamento con Iban o libretto postale intestati al genitore che fa domanda.
Assegno unico figli e reddito di cittadinanza sono cumulabili?
In molti si potrebbero domandare se l’assegno unico figli e il reddito di cittadinanza siano due misure tra loro compatibili e di fatto cumulabili. Ebbene, la risposta è molto semplice ed è positiva.
Infatti, essendo uno strumento per sua natura universale, l’assegno unico figli si rivolge anche a chi oggi incassa il reddito di cittadinanza. Le due prestazioni, pertanto, sono certamente cumulabili.
Tuttavia occorre fare attenzione alla seguente precisazione: l’importo del reddito di cittadinanza sarà quantificato tenendo conto di quello già previsto per l’eventuale assegno unico figli, riconosciuto per i minorenni inclusi nel nucleo familiare.
In particolare, una delle questioni più dibattute riguarda proprio i già percettori di reddito di cittadinanza. Sono infatti tante le persone che domandano se è obbligatorio fare richiesta ad hoc, per conseguire l’assegno unico per i figli.
Con una utilissima risposta, l’Inps ha chiarito che i titolari di reddito di cittadinanza non devono fare alcuna domanda all’istituto di previdenza. Infatti, basterà l’utilizzo delle tecnologie da parte della stessa Inps, che sarà infatti autonomamente in grado di risalire alla composizione del nucleo familiare dai propri archivi aggiornati.
Pertanto non vi sono oneri specifici da parte degli aventi diritto: chi già incassa il reddito di cittadinanza non deve fare autonomamente attivarsi, in quanto la quota di assegno spettante sarà versata d’ufficio dall’Inps direttamente sulla carta di pagamento RdC.
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Assegno unico figli e reddito di cittadinanza: gli obblighi dei beneficiari
Vi è da sottolineare che, alla data della richiesta del reddito di cittadinanza, il destinatario deve rendere noti all’Inps tutti i dati anagrafici e inerenti il proprio nucleo familiare. Non solo: deve anche presentare la la certificazione Isee aggiornata per poter conseguire il contributo periodico.
A ben vedere, abbiamo innanzi gli stessi dati necessari ad ottenere l’assegno unico figli. Ecco perchè l’Amministrazione evita ai cittadini aventi diritto all’assegno unico, una nuova iniziativa dello stesso tipo. Piuttosto, la sola possibile comunicazione è quella inerente alla variazione del nucleo familiare nell’ambito del periodo di godimento del reddito di cittadinanza. In tale ipotesi, i dati aggiornati andranno resi noti dagli interessati all’istituto di previdenza.
E’ necessario rimarcare che per ottenere l’assegno unico figli serve avere un Isee aggiornato. L’Isee non deve essere direttamente allegato alla domanda dell’assegno poiché la verifica sui requisiti, rappresentati dall’indicatore economico saranno controllati dal Inps in modo automatico.
In caso non si sia in possesso di Isee alla data di domanda, quest’ultima non sarà rigettata dall’Istituto di previdenza, ma si avrà tempo fino all’ultimo giorno di settembre, per presentare il documento, senza perdere le eventuali mensilità arretrate. Invece, per quanto attiene ai titolari di reddito di cittadinanza, ribadiamo che l’Inps verserà d’ufficio l’assegno unico temporaneo. Ma a condizione che l’Isee sia regolare, aggiornato e comunque in corso di validità.
Pagamenti assegno unico figli e reddito di cittadinanza a settembre: la data
Con gli arretrati di luglio ed agosto, i beneficiari di reddito di cittadinanza e assegno unico potranno ricevere i pagamenti di settembre, ma dovranno aspettare ancora alcune settimane. Infatti, detti pagamenti sono attesi sulla ricarica RdC a partire dal 27 settembre, con appunto il contestuale riconoscimento degli arretrati di luglio ed agosto.
Ecco perchè i più attenti osservatori hanno già parlato di un pagamento potenzialmente triplo a settembre, ovviamente per coloro che ne hanno i requisiti.
Concludendo, potrebbe certamente presentarsi l’ipotesi dei genitori separati legalmente o divorziati con affido condiviso: in detta ipotesi, il pagamento è suddiviso al 50 per cento tra i due genitori; o compiuto nei confronti dell’unico genitore richiedente in presenza di un accordo tra di loro. Per chiarezza, ribadiamo ancora che chi già percepisce il reddito di cittadinanza non deve presentare la domanda per l’assegno unico figli, giacchè la quota di assegno spettante sarà versata d’ufficio dall’Inps direttamente sulla carta di pagamento RdC.